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Cronaca Viale Duca degli Abruzzi

Stop OPG: «Accogliamo la fragilità, non fuggiamo dai problemi»

Presso il parco Basaglia di viale Duca degli Abruzzi, il passaggio del camper per la campagna Stop OPG: "Chiudiamo gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, semplici vie di fuga ai problemi, e apriamo qualcosa di bello, adeguato, che non imprigioni la creatività"

È partito un camper con una grande scritta blu: “Stop OPG”, percorrerà l’Italia da Nord a Sud e non sembra avere intenzione di fermarsi. Durante il suo viaggio ha fatto tappa anche qui a Brescia, sabato pomeriggio vicino al Parco Basaglia in viale Duca degli Abruzzi, non lasciandosi intimidire dalla pioggia. Ha portato anche qui la sua battaglia per farla conoscere e per portare una ventata di cambiamento.

Quello che chiede il comitato Parco Basaglia è la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e l’apertura di Centri di salute mentale aperti 24 ore su 24. Il 13 maggio si è ricordato l’anniversario dell’approvazione della legge 180, riguardante la chiusura dei manicomi, ottenuta dalle lotte e dalla ferma volontà di Franco Basaglia.

“Oggi i manicomi sono chiusi, ma in alcuni casi lo sono solo formalmente”, spiega uno dei promotori di StopOPG. “Quello che cerchiamo di attuare è di offrire alle persone dei servizi che rispondano ai loro bisogni ed al loro disagio, funzione che difficilmente può svolgere un OPG, molto più vicino alla struttura del manicomio”.

Camper STOP OPG © Bresciatoday.it


Da qui nasce l’idea del camper itinerante che ha già toccato i due principali OPG del Nord a Castiglione delle Stiviere e a Reggio Emilia e che in autunno arriverà fino al Sud. Un lungo viaggio per sensibilizzare sul tema della malattia mentale e per evitare che tutto finisca (come purtroppo spesso accade) nel dimenticatoio.

Le risorse ci sono, ma il problema è che si stanno tutte convogliando nella realizzazione di nuove strutture da 20 posti letto, paragonabili a dei piccoli OPG. Così si torna indietro e non si va di certo avanti”. Ovviamente non basta chiudere gli OPG, ma è necessario “offrire valide alternative per aprire qualcosa di bello, adeguato, che non imprigioni la creatività”.

L’accusa è che spesso negli OPG vengono rinchiuse anche persone che hanno commesso piccoli reati o addirittura che sono soltanto difficili da gestire, in mancanza di personale adeguato. “Questa non può essere la soluzione. Vogliamo servizi territoriali di accompagnamento alle fragilità e non semplici vie di fuga ai problemi”. La carovana è decisa a proseguire la sua corsa: partita dall’impossibile, ha come destinazione il possibile.

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