rotate-mobile
Cronaca Villaggio Badia

Giallo alla Badia: la macabra ‘preghiera’ del cadavere senza nome

Un morto senza nome al Villaggio Badia, dove su segnalazione dei vicini gli agenti della Questura hanno recuperato il corpo senza vita di un uomo. Due le persone che gravitavano intorno alla casa, e di cui non si hanno più notizie

Polizia Scientifica ancora al lavoro nel cercare di risalire all'identità del corpo senza vita ritrovato nella prima serata di lunedì nel sottoscala di una villetta a due pieni del Villaggio Badia, in Via Undicesima. Il cadavere è stato recuperato in avanzato stato di decomposizione, praticamente quasi mummificato. Una lugubre scoperta e su cui le notizie certe ancora latitano: l'uomo è morto rannicchiato in un angolo, con il viso quasi appoggiato sul pavimento, e ancora i vestiti addosso. Quasi impegnato in una macabra preghiera.

Un giallo dai risvolti oscuri e su cui dovrà far luce la Questura di Brescia. In queste ore indagini serrate, anche perché l'identificazione del corpo potrebbe ormai essere prossima. Sono due infatti le persone irreperibili ma che in qualche modo avevano a che fare con quella casa abbandonata. Uno di loro è Paolo Monaco, il 65enne proprietario della casa – insieme alla sorella Rosa – e tra l'altro titolare di una nota forneria di quartiere.

Oltre a lui sarebbe scomparso da tempo anche l'inquilino di quell'appartamento ora in vendita, e che avrebbe abitato in quella casa per lunghi mesi, ma come abusivo. Si chiamava Franco Ghidini, di circa 50 anni: abitava in fondo alla via, dopo lo sfratto aveva occupato l'appartamento dei Monaco.

La casa era in vendita da quattro anni: a lanciare l'allarme alcuni vicini, che avrebbero raccontato al 112 di “una puzza nauseabonda”, e che proveniva dall'interno. Era l'odore della morte di un disperato a cui ancora non si è riusciti a dare un nome e un volto. Ma la soluzione del giallo della Badia potrebbe essere più vicina di quanto sembra. Al vaglio degli inquirenti anche i tabulati telefonici, in attesa dei risultati dell'autopsia.

Entrambi erano infatti molto conosciuti in quartiere: Paolo Monaco, il proprietario, forse più burbero e più 'attaccato' alle sue cose, invece Franco Ghidini, abituato a una vita di espedienti dopo aver perso l'ennesimo lavoro, e negli ultimi tempi anche la casa. Non si sa se tra i due ci fosse un tacito accordo, sull'affitto della casa, in attesa che fosse venduta. In ogni caso Ghidini ci viveva senza alcun regolare contratto.

Forse è per questo che i due litigavano spesso, come raccontano i vicini. I due si erano 'beccati' non troppo tempo fa, per sedare l'accesa lite era dovuta intervenire la polizia. Certo è che qualcosa tra loro non andava. Qualcosa di nascosto, di segreto. Ma da cui ora sarà impossibile scappare, si farà 'vivo' più forte che mai.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giallo alla Badia: la macabra ‘preghiera’ del cadavere senza nome

BresciaToday è in caricamento