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Cacciato dal locale: lo distrugge, accoltella amico e barista. È un bagno di sangue

Arrestato 35enne. I poliziotti hanno trovato scarpe e vestiti ancora sporchi di sangue

Al titolare del bar (che l'aveva cacciato) l'aveva detto, senza mezze misure: “Te la farò pagare”. Si è presentato davvero, in preda a un raptus e armato di un coltello con una lama da 20 centimetri: una volta dentro ha scatenato il caos, distruggendo il locale e aggredendo lo stesso titolare e un altro suo connazionale, procurando loro ferite guaribili in 40 e 15 giorni, prima di darsi alla fuga. E' stato arrestato dalla Polizia per tentato omicidio il giovane nigeriano (classe 1986) che il 4 agosto scorso aveva fatto irruzione, armato di coltello, in un bar di Via Sostegno a Brescia, zona stazione.

Aveva accoltellato più volte il titolare e un amico, entrambi suoi connazionali, per poi darsi alla fuga a piedi prima dell'arrivo degli agenti e dei soccorsi. L'attività di indagine, coordinata dalla Questura di Brescia, ha permesso in poco tempo di risalire al percorso del soggetto in fuga. Da Brescia si era spostato a Bovezzo, dove probabilmente ogni tanto risiedeva o si faceva ospitare: qui i poliziotti hanno trovato scarpe e vestiti ancora sporchi di sangue.

La fuga in provincia di Bergamo e l'arresto

Tempo poche ore più tardi e il fuggitivo aveva già raggiunto Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo: il sospettato è stato fermato dai carabinieri a 48 ore dall'accaduto, e subito arrestato in quanto già sottoposto a misura cautelare emessa nel 2019, ma che da allora risultava irreperibile. Nell'immediatezza dell'arresto gli operatori della Squadra mobile di Brescia individuavano l'appartamento dove l'indagato aveva trovato rifugio. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire un grosso coltello da cucina, ancora sporco di sangue: quello utilizzato il giorno dell'aggressione.

I motivi della folle aggressione al bar

Il quadro di quanto accaduto si è così completo. A partire dai motivi che l'avrebbero portato a compiere il folle gesto, valutato come un tentato omicidio: all'origine ci sarebbe “il rancore – fa sapere la Questura – nutrito dall'indagato nei confronti del titolare dell'esercizio commerciale, che alcuni giorni prima lo aveva allontanato dal bar impedendogli di praticare del gioco d'azzardo. Ne era scaturito un acceso diverbio, a seguito del quale l'indagato aveva minacciato ripetutamente il titolare”.

In carcere per tentato omicidio

Tutti gli elementi investigativi sono stati consegnati al pubblico ministero, titolare dell'indagine, già il 9 agosto scorso. In seguito la Procura ha fatto richiesta di custodia cautelare, accolta favorevolmente dal Gip, il giudice per le indagini preliminari: si è deciso per la custodia in carcere, “qualificando l'aggressione in termini di tentato omicidio” e per “le inquietanti circostanze del fatto, commesso in luogo pubblico, in presenza di testimoni e per futili motivi”. 

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