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Cronaca Borno

Donna fatta a pezzi: minuta e unghie curate, non è la povera Soaud

Le caratteristiche fisiche della vittima non coinciderebbero con quelle della 29enne marocchina, scomparsa nel 2018, il cui corpo non è più stato trovato.

Uccisa, fatta a pezzi (almeno 15), congelata in un freezer e poi abbandonata sul ciglio di una strada di montagna, in quattro sacchi neri. I resti della donna - ritrovati da un allevatore 60enne domenica pomeriggio a Paline di Borno - sono stati analizzati all'istituto di Medicina Legale di Brescia.

Al momento però gli esami condotti su ciò che resta della povera donna - il cui volto è stato sfregiato con dell'acido o con il fuoco perché non fosse riconoscibile - non hanno portato ad una svolta. Le impronte digitali, rilevate ed analizzate, non hanno permesso agli inquirenti di risalire all'identità della vittima. La donna non risulta infatti schedata nella banca dati delle forze dell'ordine.

Il cadavere atrocemente sezionato in 15 parti, tra cui le mani e la testa, resta quindi ancora sconosciuto. Ma dalla ricostruzione del corpo sono emersi alcuni (pochi) dettagli utili ai fini delle indagini: la vittima avrebbe tra i 35 e i 50 anni, è di carnagione chiara e di corporatura minuta. Sulle unghie delle mani aveva uno smalto viola, ancora in buono stato. Caratteristiche fisiche molto diverse da quelle della 29enne marocchina Souad Alloumi, scomparsa nel giugno del 2018. Il corpo senza vita della giovane mamma, per l'omicidio della quale è stato condannato il marito Abdelmjid El Biti, non è più stato trovato. Ma i resti scovati domenica pomeriggio non apparterrebbero a lei.

Nessuna informazione utile è arrivata dall'analisi delle denunce di scomparsa: né nel Bresciano, né nella Bergamasca risultano infatti mancare all'appello donne il cui profilo corrisponda a quello del cadavere tagliato con estrema precisione e freddezza - stando a quanto riferito dagli inquirenti - dal killer.

Prende sempre più corpo l'ipotesi che la vittima - come l'assassino - vengano da lontano. Ma non si esclude nemmeno l'ipotesi che la donna fosse entrata in Italia clandestinamente, magari vittima di tratta e sfruttamento. La ferocia e la freddezza con cui ha agito il killer lasciano presuppone che dietro al delitto ci possa essere la criminalità organizzata.

Tutte ipotesi per ora, del resto le indagini degli inquirenti sono “partite da zero”: ovvero tutto è possibile. Sono coordinate dalla pm Lorena Ghibaudo, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere.

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