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Cronaca

Bancarotta fraudolenta del marito, sequestrati 9 milioni a una vedova 60enne

La misura dopo che la donna ha aderito alla Voluntary Disclosure. E' accusata di riciclaggio e false attestazioni nella presentazione della “procedura di collaborazione volontaria”

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie in Italia e in Svizzera per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro.

Il provvedimento cautelare, firmato dal Gip di Bergamo Maria Luisa Mazzola, arriva al termine di un’indagine condotta nei confronti di una sessantenne vedova bergamasca che, nel 2015, ha aderito alla Voluntary Disclosure per regolarizzare un ingente patrimonio, non dichiarato e detenuto all’estero.

La donna è accusata di riciclaggio e false attestazioni nella presentazione della “procedura di collaborazione volontaria”, per aver sottaciuto l’origine della provvista fatta emergere, pari a 9 milioni di euro, detenuta presso una banca di Lugano. In particolare, l’indagata non avrebbe indicato che le attività finanziarie da rimpatriare erano in realtà collegate ad altri soggetti e che erano il frutto di condotte illegali diverse da quelle per cui la legge consentiva la regolarizzazione.

L’attività d’indagine dei finanzieri e della Procura, condotta anche attraverso perquisizioni, accertamenti bancari, intercettazioni telefoniche e rogatoria internazionale, ha portato ad ipotizzare che le somme depositate presso la banca elvetica e dichiarate dalla vedova si sua proprietà erano, invece, da ricondurre ad attività illecite commesse dal marito defunto, già condannato nel 2004 dal Tribunale di Milano, insieme ad altri sette complici, per aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta ed a altri reati tributari. 

Gli investigatori hanno scoperto che le disponibilità finanziarie, riconducibili alla donna, erano state trasferite in Svizzera negli anni novanta, attraverso l’interposizione di una società avente sede nel Belize. Sono state così richieste ed ottenute, confermate dal Tribunale del Riesame, misure cautelari per sequestrare i beni dell’indagata in Svizzera, pari a 7 milioni di euro, e in Italia, tra cui si annoverano anche una società immobiliare e 29 tra fabbricati e terreni.
 

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