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Cronaca

Frode fiscale da 11 milioni di euro: arrestati 4 imprenditori

Nei guai società edili operanti nella Bassa Bergamasca e in provincia di Brescia e Milano. Quattro gli imprenditori arrestati

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo ha scoperto un’associazione a delinquere attiva nel territorio della Bassa Bergamasca e con propaggini anche in provincia di Milano e Brescia, portando alla luce un giro milionario di fatture false e di riciclaggio nel settore edile.

L’attività investigativa condotta dai Finanzieri si è conclusa dopo un anno d’indagini, con l’emissione di 15 misure cautelari, a firma del gip del Tribunale di Bergamo, la dottoressa Ilaria Sanesi. Sono 4 le persone finite in carcere e 11 quelle raggiunte da altri provvedimenti, quali il divieto di esercitare impresa e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati oltre 330 mila euro, tra denaro contante e disponibilità su conti correnti.

In particolare, l’organizzazione criminale è accusata di aver costituito una fitta rete di società cosiddette “cartiere”, tutte intestate a prestanome, 7 con sede dichiarata in Italia e 6 in Slovenia, create allo scopo di emettere fatture false. Documenti riferiti ad operazioni inesistenti annotati in contabilità da 15 società, operanti nel settore edile, che in tal modo si sono create costi fittizi, evadendo imposte dirette e Iva per oltre 11 milioni di euro.

Inoltre, i Finanzieri hanno scoperto che le società riconducibili al sodalizio sono servite anche per assumere, solo sulla carta, numerosi dipendenti, avviati a lavorare per altre società, le quali hanno potuto usufruire di manodopera a basso costo, non avendo assunto i lavoratori e non dovendo quindi sostenere per i relativi oneri fiscali e previdenziali, rimasti in capo alle “cartiere”. Queste ultime, però, attraverso un meccanismo di false compensazioni, anche in questo caso non hanno versato né contributi né imposte per i dipendenti, con un’evasione di oltre 5 milioni di euro.

Le indagini, condotte attraverso intercettazioni ambientali, l’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette ed accertamenti bancari, hanno inoltre consentito l’identificazione dei complici dell’organizzazione che, a vario titolo, sono accusati per averne agevolato l’attività illecita.

In particolare, sono stati individuati sia coloro che, dietro compenso, hanno acconsentito di figurare quali intestatari delle società “cartiere”, sia coloro che sono stati impiegati nell’attività di riciclaggio dei proventi delle fatture false. Questi ultimi, in particolare, attraverso quotidiani prelievi di denaro contante dai conti correnti societari sui quali erano confluiti i pagamenti delle false fatture, hanno provveduto a restituire l’importo al beneficiario del documento fiscale, decurtato di una percentuale di circa il 20%, l’ammontare del provento illecito per l’organizzazione criminale.

Attraverso pedinamenti, videoriprese e grazie ad una telecamera nascosta in un ufficio di Treviglio, base operativa dell’organizzazione, le Fiamme Gialle hanno ricostruito le operazioni di prelievo del denaro in banca, di conteggio e della restituzione dei soldi agli imprenditori.

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