Droga e rapine nel mondo ultras: nei guai il figlio del procuratore di Brescia
L'inchiesta "Mai una gioia" parte da Bergamo ma arriva anche a Brescia: tra gli indagati (per spaccio) anche il figlio del procuratore capo Tommaso Buonanno. In tutto sono 26 le misure di custodia cautelare
I locali sono stati chiusi il 7 marzo: erano giudicati punti di ritrovo per i componenti della “banda”. Specializzata in spaccio, ma anche in estorsioni e rapine. Le intercettazioni raccontano di minacce e rapine, di un'organizzazione radicata nel tessuto sociale della provincia bergamasca.
Solo poche ore fa si sono concluse 14 perquisizioni domiciliari, e sono stati emessi 30 provvedimenti di Daspo. La droga veniva acquistata e smistata nei 10 locali sottoposti a provvedimento di chiusura.
Un duro atto d'accusa a un certo tipo di tifoseria atalantina. “E' l'utilizzo di droghe come la cocaina a scatenare la rabbia degli ultras – hanno spiegato dalla Questura di Bergamo in conferenza stampa – Una droga che determina un'alterazione psicofisica tale da spingere le persone a sentirsi invicincibili, con gesti che mettono a repentaglio l'incolumità degli addetti ai lavori, della collettività e dei cittadini”.