rotate-mobile
Cronaca Crocifisso di Rosa / Via Cesare Lombroso

Professoressa uccisa a coltellate: "Era una cosa che andava fatta"

La sentenza in appello conferma quanto deliberato in primo grado

E' stato assolto anche in appello l'ormai ultraottantenne Antonio Gozzini, accusato dell'omicidio della moglie Cristina Maioli: insegnante di lettere all'Itis Castelli di Brescia, è stata uccisa nell'ottobre di tre anni fa nella sua abitazione di Via Lombroso. Colpita da Gozzini alla testa e alla gola, mentre dormiva: lui avrebbe poi cercato di togliersi la vita tagliandosi le vene.

L'uomo era già stato assolto in primo grado, a poco più di un anno dalla tragedia: per la pubblica accusa era omicidio volontario, per i giudici invece Gozzini sarebbe stato incapace di intendere e di volere, il culmine drammatico di un raptus scatenato da un “delirio di gelosia” che non l'avrebbe reso capace di comprendere quello che stava facendo.

Assolto anche in appello

La sentenza, come detto, è stata confermata anche in appello: nonostante l'accusa avesse chiesto una condanna a 21 anni di carcere. Nelle motivazioni appena rese note, e pubblicate da Bresciaoggi, si legge della “fondatezza” della sentenza di primo grado, che nel prosieguo del processo sarebbe stata addirittura “rafforzata”.

Gozzini in quel momento si sarebbe trovato in una “estrema condizione di sofferenza: essere dileggiato oltre che tradito era cosa talmente grossa che l'ha portato poi a sua volta a una cosa necessariamente grossa. Non posso più coesistere in questa situazione, devo arrivare a una condizione estrema, a una scelta estrema: e questo è quello che è stato fatto”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Professoressa uccisa a coltellate: "Era una cosa che andava fatta"

BresciaToday è in caricamento