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Cronaca Roccafranca

Travolto da un blocco di cemento: l’operaio non ce l’ha fatta, è morto in ospedale

Un'altra vittima sul lavoro, il 50enne Alessandro Zigliani di Torre Pallavicina, impegnato nel volontariato a Roccafranca e Ludriano. Insieme a lui il Primo Maggio sono morti altri tre lavoratori

Primo Maggio di sangue, con quattro morti sul lavoro in poche ore: tra questi anche il muratore 50enne Alessandro Zigliani, originario di Torre Pallavicina, paese di confine in provincia di Bergamo, ma molto conosciuto anche a Roccafranca e Ludriano, paesi in cui era impegnato nell'assistenza sanitaria nel Gruppo Volontari delle ambulanze. Morto nella notte tra mercoledì e giovedì, a poche ore dall'incidente (erano circa le 16) in cui è rimasto drammaticamente coinvolto.

L'incidente

Stava lavorando alla demolizione di un muro di un'azienda agricola, un'ex porcilaia nelle campagne di Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. Zigliani era sul ponteggio, quando improvvisamente un pesante blocco di cemento si è staccato dal muro, lo ha colpito in pieno sul costato facendolo precipitare di sotto. Nella circostanza tutto il ponteggio è crollato, e sono rimasti feriti anche i due colleghi di lavoro che erano con lui, un 46enne bergamasco e un 51enne bresciano.

La tragedia

Immediata la chiamata al 112: in pochi minuti sul posto la centrale operativa ha inviato ambulanza e automedica, oltre all'eliambulanza che ha poi provveduto al trasporto d'urgenza in ospedale, al nosocomio di Parma. Qui Zigliani è rimasto sotto stretta osservazione, nel reparto di Rianimazione: passata la sera, purtroppo non ha passato la notte. Stanno bene invece i suoi due colleghi caduti dal ponteggio.

Zigliani da tempo lavorava per la Edil Cmg di Soncino, azienda appunto specializzata nei lavori edili per aziende agricole. Lo piangono la moglie Sabrina e i figli Cristian, 25 anni e operaio, e Thomas, 12 anni, oltre all'anziana madre Lina cui era ancora molto affezionato. Al momento non è stata resa nota la data dei funerali. 

La strage silenziosa

Zigliani è il quarto morto sul lavoro nel giorno che dei lavoratori dovrebbe essere la festa, e invece mai come oggi riaccende i riflettori sul tema della lotta, per condizioni di vita migliori dei lavoratori di tutto il mondo, per una società diversa. Insieme a lui, purtroppo, sono morti un ragazzo di 31 anni in provincia di Trento, schiacciato dal trattore, e un altro in provincia di Grosseto. 

Sempre in ambito edile è invece morto un operaio in provincia di Bolzano, caduto da un'impalcatura. “Un Primo Maggio bagnato di sangue – scrive Carlo Soricelli dell'Osservatorio indipedente di Bologna, sui morti sul lavoro – Dall'inizio dell'anno sono morti 212 lavoratori sui luoghi di lavoratori, complessivamente oltre 400 lavoratori compresi in itinere e sulle strada”. Una strage che non si ferma.

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