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Cronaca Carpenedolo

Autista aggredita per la seconda volta sulla corriera: «Adesso ho davvero paura»

Esattamente come successe quattro mesi fa, una autista è stata insultata e aggredita mentre viaggiava sulla linea Carpenedolo-Montichiari.

Un bruttissimo episodio di violenza che a tutti gli effetti rappresenta una vendetta, perpretata ai danni di una incolpevole lavoratrice. È successo, di nuovo, sulla linea di trasporto pubblico Carpenedolo-Montichiari, sulla quale viaggia la compagnia Apam. Vittima l’autista Nadia Giuzzi. L’origine di tutta la vicenda va’ fatta risalire all’inizio del mese di ottobre, quando l’autista si era vista costretta a far intervenire una pattuglia di carabinieri per placare le intemperanze, e gli insulti rivolti alla conducente, di una gang di africani che teneva in scacco l’intero pullman. Dopo una diffida per tutti i giovani viaggiatori, e una sosta di 45 minuti, la corriera era potuta ripartire. 

A distanza di alcune settimane dall’accaduto, mercoledì sul pullman condotto dalla stessa Nadia Giuzzi è salito, da una fermata di Carpenedolo, uno dei componenti della gang. Rifiutandosi di mostrare il tagliando di viaggio alla donna, il giovanissimo ha iniziato a insultarla pesantemente, rifiutandosi di scendere. Dopo le chiamate a vuoto alla direzione Apam, alla polizia locale di Carpenedolo e di Montichiari, e ai carabinieri, l’autista ha ripreso il viaggio, salvo poi interromperlo a Montichiari, quando lo straniero si è avventato contro di lei spintonandola e colpendola al collo e a un braccio. Scossa per l’accaduto, la donna ha dovuto attendere un quarto d’ora prima di calmarsi e riuscire a ripartire, diretta in città per prelevare un portatore di handicap che aveva prenotato il viaggio. 

Dopo una notte insonne, l’indomani Nadia Giuzzi ha deciso di recarsi presso l’ospedale di Montichiari, dove i medici le hanno prescritto cinque giorni di riposo per riprendersi dalle percosse, fisiche e psicologiche. Il caso è raccontato stamane sulle colonne di Bresciaoggi, dove la donna denuncia tutta la frustrazione e la paura per una situazione ormai insostenibile: «In verità, noi autisti siamo molto esposti. Le motivazioni per cui mi aggrediscono sono sempre le stesse. Io cerco di fare il mio lavoro chiedendo il tesserino di riconoscimento, dopo aver capito che l’abbonamento che mi mostrano non è valido».  

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