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Cronaca

Morto dopo il vaccino: i familiari hanno donato reni e fegato

Deceduto a giugno, si attendono gli esiti delle indagini

Dodici giorni dopo il vaccino Astrazeneca, per complicazioni seguite al ricovero in ospedale, è deceduto. Ora, a distanza di due mesi dai fatti, l'Ospedale Civile di Brescia ha fatto sapere ai suoi familiari che i suoi organi sono serviti per rendere migliore la vita di tre persone. 

Ciò che è successo dal punto di vista medico sarà la magistratura a stabilirlo - la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo -, a stabilire se c'è una relazione diretta tra la somministrazione del vaccino (proprio in quei giorni in tutta Italia era forte il dibattito e l'attenzione sull'argomento, in seguito alla morte di una 18enne ligure) e il decesso. In attesa dell'esito delle verifiche, la morte di Gianluca Masserdotti, carrozziere 54enne di Flero, torna sulle pagine di cronaca - sulle colonne del Giornale di Brescia in edicola stamane - per il bel gesto dei suoi familiari, della sua compagna e dei figli di 20 e 27 anni, che hanno deciso di donare i suoi organi. 

Purtroppo, gli unici organi che è stato possibile asportare e donare a tre persone diverse, sono stati i reni e il fegato. In una lettera toccante, il cui testo è riportato dal quotidiano, il Civile ringrazia la famiglia di Masserdotti: «Vogliamo rendervi partecipi che grazie al dono del suo fegato un uomo di 43 anni ha ripreso a vivere e altri due uomini di 52 anni sono usciti dal tormento della dialisi grazie al dono dei suoi reni. Gianluca non è più con voi - si legge in conclusione - ma potete aggiungere un altro motivo di orgoglio al suo bel ricordo». 

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