Il killer ha portato con sé i verbali, poi gli ha sparato in faccia
“Sbandati nell'uragano”: questo il titolo del memoriale che Elio Pelizzari stava scrivendo. Forse anche quel testo rientra nel movente che ha spinto il killer Cosimo Balsamo a uccidere
Aveva già pronto il titolo e la copertina: “Sbandati nell'uragano”, e l'immagine di un Tir rosso fiammante. Qualche altra indicazione in prima, come “Episodi scabrosi e vietati”. Poi in quarta di copertina, come in un libro vero, la sua fotografia e una sorta di “fondo”, in cui viene specificato che “se un giorno mi verrà rimproverato che il mio libro autobiografico non è stato scritto con professionalità, dovrò solo ricordare e rispondere che l'arca di Noè è stata costruita da dilettanti”.
La prima vittima del killer Cosimo Balsamo stava preparando un memoriale, una sorta di autobiografia: il 78enne Elio Pelizzari di Flero l'aveva annunciata tempo fa su Facebook, ora gli inquirenti la stanno passando al setaccio, pagina dopo pagina. L'ipotesi è che da quelle parole tra le righe possa emergere il movente “definitivo” della mattinata di follia di Balsamo.
L'uomo si è presentato armato con l'intento di uccidere: ha prima freddato proprio Pelizzari, poi ha raggiunto in auto James Nolli a Vobarno, e ha freddato pure lui. Pare che prima di sparare in faccia a Pelizzari gli abbia pure sventolato davanti agli occhi alcuni documenti, forse alcuni verbali con le deposizioni che l’hanno incastrato. La sua fuga rocambolesca si è poi conclusa ad Azzano Mella, nel parcheggio di un supermercato, dove Balsamo si è tolto la vita.
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