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Laura Almici

Giornalista BresciaToday

Il doppio dramma di Carol: uccisa e fatta a pezzi dall'ex, poi dimenticata da tutti

Quello di Carol Maltesi è molto più dell'ennesimo efferato femminicidio: è un dramma della solitudine che lascia una profonda amarezza.

Carol Maltesi è come se fosse stata uccisa tre volte. La prima - orribilmente - dall'uomo della porta accanto con cui aveva avuto una relazione e che, anche dopo la fine della loro storia, la accompagnava e seguiva ovunque. La seconda da chi, per due lunghi mesi, non si è accorto della sua assenza -  forse depistato dalle riposte date dell'assassino, che al telefono si spacciava per la 26enne -  lasciando così al killer tutto il tempo per smembrare il suo corpo, sfigurare il suo volto, e infine sbarazzarsi di lei, come se fosse immondizia.

La terza dai giudizi trancianti sulle personalissime - oltre che legalissime - scelte di vita della 26enne. Critiche bigotte e vuoti moralismi che imperversano sui social, anche dopo la diffusione della confessione shock - un vero e proprio racconto dell'orrore - del killer, il 43enne Davide Fontana.

Ex commessa in una profumeria, era diventata un'attrice hard da poco tempo e non spetta a noi - e nemmeno a voi - cercare le ragioni o le spiegazioni che l'hanno spinta a intraprendere una carriera nel mondo del porno. Chi la frequentava per lavoro racconta di una ragazza felice e solare, che dopo tante sofferenze, aveva trovato una strada per realizzare i suoi sogni e raggiungere i suoi obiettivi. 

Pregiudizi che la stessa giovane madre aveva definito violenze psicologiche in un video pubblicato su Facebook dalla trasmissione radiofonica Flash di Radio Busto Live. "Le altre mamme, le altre donne sono sempre pronte a giudicare. Che sia perché allatti oppure no, o perché non fai determinate cose: mi è stato detto che non sono una brava madre perché mi piace viaggiare, anche senza mio figlio, o perché magari faccio delle foto provocanti. Noi donne, purtroppo, e le mamme in primis, siamo sempre pronte a giudicare le altre se fanno delle scelte non convenzionali, diverse dal solito e questo non è giusto, almeno tra noi dovremmo andare oltre i pregiudizi".

"Era un'ottima madre" dicono  a gran voce le colleghe, come pure un'amica che abitava nella corte di Rescaldina (Milano) dove la 26enne è stata barbaramente uccisa, fatta a pezzi e congelata in un freezer comprato appositamente dal vicino di casa ed ex fidanzato.

Non conoscevamo Carol, ma non è difficile immaginare cosa l'abbia portata a fidarsi quasi ciecamente dell'uomo che diceva di volerla proteggere e che invece l'ha barbaramente uccisa, sfigurata, smembrata e poi gettata in un dirupo in quattro sacchi dell'immondizia. È lei stessa - in un'intervista rilasciata nell'ottobre 2021 al sito web Il mondo delle vip - a raccontare di come molte persone l'avessero isolata: 

"Per quanto riguarda le amicizie molte si sono allontanate. Mi spiace che ci siano ancora molti pregiudizi nei confronti di questo lavoro".

Stando al racconto di Fontana, che dopo il delitto si era impossessato del cellulare di Carol e rispondeva a nome suo, nessuno l'avrebbe cercata in questi due mesi. Fanno eccezione i messaggi mandati dalla madre e dal padre del suo figlioletto di 5 anni, che vive nel Veronese. Nessuno si è insospettito della sua prolungata assenza dai social - dov'era solita postare foto e video con cadenza quotidiana - o dalle scene hard. A riconoscere i suoi tatuaggi, diffusi dagli inquirenti per arrivare all'identificazione della vittima, non sono stati i familairi, o le amiche, ma i suo fan: le loro segnalazioni sono state fondamentali per dare un nome e un volto al cadavere smembrato trovato a Paline di Borno.

Non solo. Ad accorgersi che a rispondere ai messaggi non era Carol è stato per primo il giornalista di Bsnews Andrea Tortelli: la conversazione avuta su whatsapp con il numero di telefono intestato alla vittima si è rivelata fondamentale per incastrare l'assassino. Nessuno prima di lui si era reso conto che dietro alla tastiera non c'era la 26enne. 

Quello di Carol Maltesi è molto più dell'ennesimo efferato femminicidio: è un dramma della solitudine che lascia una profonda amarezza. Carol è stata vittima del suo assassino, ma forse anche di chi l'ha isolata, condannata per le scelte lavorative e poi dimenticata, tanto da non accorgersi - per due lunghi mesi - della sua repentina - e ingiustificata - scomparsa. 

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