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Sabato, 23 Settembre 2023
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Il decreto anti-rave è incostituzionale: così si arrestano gli studenti

Durante la campagna elettorale, Giorgia Meloni aveva assicurato che – nel primo Consiglio dei Ministri – si sarebbe cercato di mettere un argine al caro energia. Adesso, però, abbiamo scoperto che i veri problemi dell'Italia sono altri ed eccola lì, la prima grande misura del governo, un decreto legge contro i ragazzi che partecipano ai rave party. Una norma che – si legge nel d.l. – può essere applicata quando più di 50 persone invadono in modo "arbitrario" terreni o edifici altrui, "pubblici o privati", facendone derivare "un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l'invasione" è "punito con la pena della reclusione da tre a sei anni". La fattispecie è talmente vaga, che può valere contro qualsivoglia manifestazione di dissenso: pensate, solo per fare un esempio, a 50 studenti che occupano una scuola e una sede universitaria. Li arrestiamo tutti, li condanniamo fino a sei anni? In Italia hanno una pena con un massimale simile reati quali l'occultamento di cadavere, l'abbandono di minori e l'adescamento di minorenni. Chiamiamo il d.l. sui rave party col suo nome: una porcata incostituzionale e liberticida. Forse è scritto così (ovvero coi piedi) per la fretta di quanto stava accadendo a Modena, dove è mancato poco che fossero inviati anche i Marines. La spiegazione, però, non regge a livello cronologico, visto che il decreto è stato adottato quando il locale prefetto aveva già risolto la situazione con le leggi esistenti. Dunque non si trattava nemmeno di un "caso straordinario di necessità e urgenza", dunque non c'erano i presupposti per il provvedimento e – ça va sans dire – il presidente Mattarella non avrebbe dovuto firmarlo. Si tratta di una misura prettamente ideologica voluta per dare un segnale al proprio elettorato, "legge, ordine e disciplina", che però stranamente non valgono per evasori, delinquenti e mafiosi plaudenti all'aumento del tetto dei contanti; è la destra italiana di sempre, che fa la voce grossa solo e sempre con chi non ha potere. Ma non tutto viene per nuocere: le future manifestazioni a Predappio potranno rientrare nelle situazioni previste dal d.l. e non vediamo l'ora che intervenga la polizia per vietarle. Esisterebbe già il reato di apologia del fascismo, ma questa è una quisquilia per un governo che ha tanto a cuore l'ordine, la disciplina (quella degli altri) e, più di ogni altra cosa, la legge.

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