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Dalla parte di Carlo Rovelli: non c'è contraddittorio per chi dice la verità

Quando ha iniziato il suo discorso al concerto di Roma per il 1° maggio, il fisico Carlo Rovelli già sapeva quello a cui sarebbe andato incontro: "Ogni volta che non parlo di scienza ma di qualcosa che riguarda tutti, provo cioè a parlare di politica – ha esordito –, c'è qualcuno che subito salta su e mi dice: 'Rovelli taci, non parlare di politica, parla solo di scienza, non parlare delle cose che riguardano tutti quanti'. Ma io è proprio di questo che vi voglio parlare".

Carlo Rovelli, una delle menti più brillanti del nostro Paese e della nostra storia recente, all'inizio del conflitto russo-ucraino è stato fin da subito attaccato dalle televisioni e dai giornali mainstream (una maggioranza se non totale, poco ci manca) per aver criticato la nefasta strategia degli Stati Uniti e dell'Europa di armare senza limiti l'Ucraina, rifuggendo allo stesso tempo qualsiasi altra possibilità che non sia la vittoria sul campo: costi quel che costi, soprattutto migliaia di civili e soldati morti, le parole 'trattare' e 'pace' devono essere bandite. Nulla di nuovo, il Corriere della Sera è persino arrivato a pubblicare un elenco di presunti "filoputiniani", il termine che si usa per infangare chiunque non si adegui alla propaganda Nato sulle ragioni e le sorti del conflitto. Un fatto vergognoso per una democrazia, che tanto ricorda le liste di proscrizione d'era fascista.

"La cosa importante, che voglio dirvi, è che stiamo andando sempre più verso la guerra e noi dobbiamo impegnarci per fermala – ha aggiunto Rovelli, di fronte a migliaia di giovani –. Invece di collaborare e ricercare soluzioni, i paesi si aizzano l'uno contro l'altro, si sfidano come galletti in un pollaio, soffiano sul fuoco della guerra. Mandano portaerei a sfidarsi, la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso. Pensate: stiamo spendendo più di due trilioni di dollari all'anno in spese militari. Invece di usare quelle risorse per il lavoro, per la musica, per la scienza, per costruire ospedali e strade, le usiamo per fabbricare strumenti di morte, le usiamo per ammazzarci l'un l'altro. Possiamo essere più sciocchi di così?".

Poi la critica diretta ai governanti italiani, che gli è subito costata attacchi diretti come già avvenuto per Alessandro Orsini e Francesco Borgonovo. Con la guerra in Ucraina si è infatti rivisto quanto accadeva nei primi governi Berlusconi, quando i giornalisti e gli opinionisti che non si allineavano venivano epurati o screditati sul piano personale.
Queste le parole di Rovelli: "La guerra si fa anche per un motivo molto semplice: costruire armi è una delle attività più lucrative del mondo. E sul fiume di denaro delle armi ci sguazza la politica. Lo sapete che, in Italia, il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, la Leonardo? È stato presidente della federazione dei costruttori di armi. Il ministero della Difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte". Apriti cielo, dire la verità, così, davanti a migliaia di persone (e pure in tv, non sia mai!). Crosetto non è un piazzista di armi? Non è forse stato senior advisor di Leonardo o presidente di Orizzonte Sistemi Navali, altra impresa in orbita Fincantieri e Leonardo, specializzata in sistemi tecnologici per le navi militari? Non è forse stato ai vertici di AIAD, federazione (parte di Confindustria) che rappresenta le aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza?

Chissà che tremori, in casa Rai, dopo quelle parole (è arrivata qualche telefonata?), tanto che lo povera Ambra è stata spedita sul palco a dire: "Qua non c'è censura. Dispiace che non essendo un dibattito politico, quando si attacca qualcuno, come nell'intervento del professor Rovelli, dovrebbe esserci un contraddittorio che non c'è stato". Non si capisce però dove sia l'attacco a qualcuno: il professore ha solamente ricordato l'incredibile conflitto di interessi, causa i precedenti incarichi lavorativi, che pesa come un macigno sull'attuale operato del ministro Crosetto, il quale ha poi commentato: "Rovelli faccia il fisico. Quando cambia settore compie qualche scivolone. Basta che nel suo studio dell'Ucraina non sbagli la parte per cui lavorare, perché normalmente chi è pacifista poi è per i russi". 

Il copione era già tutto scritto: eccolo, dato in pasto ai giornali, il fisico bollato come filorusso perché invoca accordi di pace, perché chiede di fermare un assurdo massacro. Con un ultimo appunto: quando si dice la verità o si esprime un'opinione, tra l'altro senza denigrare nessuno, il contraddittorio è sempre e solo l'ennesimo bavaglio del potere. Ma i pensatori liberi non li puoi imbrigliare: brillano troppo in alto, come le stelle a cui il professor Rovelli volge il suo sguardo.

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