rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

I bambini della generazione lockdown: "Emergenza psicologica infantile"

L'allarme dal Centro Magigioco di Brescia

Bambini e lockdown, è allarme: "La scorsa estate, rispetto al passato - spiega Marco De Rocco, responsabile del Centro Magigioco, centro per la crescita e studio associato di psicologia a Brescia - il numero di genitori che si è rivolto al nostro centro, per chiedere un aiuto psicologico per loro e per i loro figli, è più raddoppiato. Il dato che però maggiormente ci preoccupa è l'impressionante abbassamento dell'età media dei bambini in difficoltà: se negli anni scorsi, durante il periodo estivo, le richieste che pervenivano al Centro erano soprattutto per bambini e bambini che avevano trascorso un primo anno difficile nell'esordio alla scuola primaria (età tra i 6 e i 7 anni), quest'anno oltre l'80% delle richieste riguarda bambini e bambine con un'età tra i 2 e i 4 anni".

Diverse le ricerche - pubblicate da European Child&Adolescent Psychiatry o Science Direct, solo per citarne alcune - in cui sarebbe stata confermata, in numero sempre maggiore tra i bambini, la difficoltà nella gestione della relazione con i coetanei, nella gestione delle emozioni, nel distacco dalle figure genitoriali di riferimento, con grosse fatiche nella gestione della rabbia e dell'ansia: bambini spesso spaventati e poco abituati a relazionarsi con i pari.

La generazione lockdown

"E' la generazione lockdown - aggiunge Federica Merli: psicomotricista, sociologa e dottoressa in tecniche psicologiche, responsabile dell'area clinica per i minori del Centro Magigioco - perché diventa sempre più evidente che, per quanto riguarda i bambini, i rimedi proposti per contrastare la pandemia abbiano fatto molti danni (ma è innegabile che i lockdown abbiano salvato decine di migliaia di vite umane solo in Italia, ndr). Milioni di bambini e bambine nel mondo hanno subito gravi danni ai processi fisiologici di crescita psicologica, pesanti interferenze con i naturali processi di separazione e individuazione che contraddistinguono i primi anni di vita degli esseri umani".

La critica è alla gestione di certe chiusure: "Per i bambini più piccoli le regole imposte sono state assolutamente confuse - continua Merli - : chiusure di asili e scuole dell'infanzia senza preavviso, regole di gestione della quarantena che variavano in modo improvviso e repentino, chiusura dei parchi giochi e di ogni altro luogo di socialità senza nessuna attenzione a proteggere i più piccoli, al contrario di quello che è avvenuto nella maggioranza degli altri Paesi europei".

Come risolvere il problema?

Domanda d'obbligo: che fare? "Oggi ci troviamo a fare i conti - riprende Marco De Rocco - con gli effetti di questa situazione, con un'intera generazione di bambini che sta facendo fatica. Nel nostro Centro proponiamo percorsi di aiuto per bambini in difficoltà ma anche percorsi di promozione del benessere e della socialità, con approccio psicomotorio, che proponiamo ad asili nido, scuole dell'infanzia e scuole primarie (classi prime e seconde): progetti che coinvolgeranno, nell'anno scolastico in corso, più di mille bambini e bambini della città e della provincia". Ma potrebbe non bastare.

"Pensiamo che vadano incrementati e sostenuti interventi statali - conclude De Rocco - per promuovere attività di prevenzione e di sostegno psicologico ai bambini e alle bambine vittime di questa situazione. L'emergenza psicologica infantile è tale da non lasciare dubbi: occorre mettere in campo tutte le risorse disponibili per garantire una crescita armoniosa e serena a un'intera generazione che oggi si trova in difficoltà".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I bambini della generazione lockdown: "Emergenza psicologica infantile"

BresciaToday è in caricamento