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Coronavirus e stili di vita: stressato e sedentario, ecco l’italiano in quarantena

Come hanno vissuto gli italiani il lungo lockdown: uno studio sugli stili di vita rivela le nuove abitudini durante la quarantena

Isolamento, tensione e solitudine: con queste premesse quanto sono cambiate le abitudini quotidiane degli italiani durante la lunga quarantena? Qualcuno pensa ancora allo stile di vita e alla propria salute? Un’indagine del Centro Medico Santagostino su un campione di 4.000 pazienti (70% donne, dai 18 anni agli over 65, tutte le età sono ben rappresentate) restituisce uno spaccato delle nuove abitudini di vita.

Alimentazione: sempre attenti, almeno in cucina

Quasi il 60% del campione dice che anche in questo momento di isolamento presta molta attenzione all’alimentazione ma c’è anche un 40% che ne riesce a dedicare meno. È sempre circa il 60% il campione di utenti che i dichiara di non essere ingrassata nonostante le nuove condizioni e il lockdown, ma c’è una buona fetta del campione che sente di aver perso il suo peso forma. 

La stragrande maggioranza mangia 3 o 5 volte al giorno (colazione, pranzo, cena e uno o due spuntini durante il giorno), senza però esagerazioni sul fuori pasto: circa il 25% spezza la fame con frutta o verdura e solo quando ne ha davvero bisogno, mentre sono in 300 persone (8% del campione) ad ammettere che i cibi confezionati tipo merendine o biscotti industriali e la cioccolata si sono trovate un posto nelle abitudini alimentari quotidiane.

Il tempo passato in casa, per oltre il 35% del campione, è stato foriero di nuovi esperimenti in cucina: pizza, focaccia e torte fatte in casa sono entrate a far parte delle attività quotidiane e il 34% ha effettivamente ridotto il consumo di cibo industriale a favore di quello home made. Non mancano le testimonianze (tutte al femminile) delle smart workers con figli al seguito: il tempo è diminuito in questi casi, quindi pochi esperimenti in cucina per loro.

Attività fisica: siamo tutti più sedentari

Rispetto a un precedente sondaggio realizzato da Centro Medico Santagostino nel novembre scorso, con 850 persone intervistate, in cui il 20% del campione risultava sedentario, la percentuale in questi ultimi mesi sembra essere salita e oltre il 30% dice di non riuscire a fare alcuna attività fisica. Il 38% del campione si sente “fuori allenamento” e quasi il 35% sente di aver dovuto rinunciare a fare attività fisica perchè a casa “non riesce a fare nulla”. Dall’altra parte, si registra il 26% di persone che riescono a sentirsi in forma quanto prima (beati loro!) e quasi un 14% che si allena tutti i giorni.

“Lo stile di vita è un nostro alleato fondamentale per stare in salute – commenta Paolo Toniolo, medico di medicina funzionale – e in questa fase di emergenza rischiamo, con sedentarietà, stress e abitudini alimentari scorrette, di costruire condizioni per situazioni future di mancanza di salute che poi ci espongono all’insorgere di patologie croniche. Anche in questa situazione di emergenza, si può lavorare per costruire le condizioni per stare bene, sani, avere forza e vigore, in un’ottica di prevenzione. La maggiore attenzione delle persone al cibo fatto in casa è sicuramente un buon segnale. Questa particolare situazione potrebbe essere l’occasione anche per impostare stili di vita più salutari, da mantenere anche quando l’emergenza sarà finita”.

Emozioni, sonno e stress

Il 70% del campione dichiara di “cavarsela” e di sentirsi tra le persone più fortunate perché tutto sommato si sente bene. Se uno su tre dice di non avere sensazioni specifiche, ma di provare “un generale senso di malessere” e di essere, semplicemente, “stufa/o dell'isolamento”, c’è oltre il 20% che si dice preoccupato per il lavoro e per le difficoltà economiche che le famiglie devono e dovranno affrontare in futuro. Qualche testimonianza qualitativa: c’è chi si sente bene solo mentre lavora e il dramma arriva nella solitudine di casa; chi ha l’umore altalenante e registra “alti e bassi” quotidiani; chi si sente al sicuro solo nella propria abitazione e chi ha la sensazione che il tempo non passi mai. 

In generale, ansia e stress sembrano essere abbastanza sotto controllo dalla maggior parte del campione (oltre 50%), anche se un 25% dichiara di sentirsi molto più stressato e molto più in ansia di prima. Le emozioni negative come paura, malinconia, rabbia e tristezza, registrano risposte meno nette (nella scala da 1 a 5, spiccano i 3), quindi nessun aumento eclatante ma siamo (forse) tutti più esposti all’emotività. Sonno più tormentato per il 16% del campione; chi ha lasciato un commento, ha scritto soprattutto che dorme più del solito.

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