rotate-mobile
Alimentazione

Ma quanto "pesa" l'Iva al supermercato? Ecco gli alimenti dove ci costa di meno

Dal 4 al 10%, e poi fino al 22% (l'aliquota ordinaria) per certe categorie di prodotti, tra cui l'acqua in bottiglia: ecco quanto “pesa” l'Iva quando facciamo la spesa

L'imposta sul valore aggiunto, nota ai più come Iva, è un'imposta applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione, di scambio di beni e servizi: nella pratica, è un tributo applicato ai consumi. E' bene ricordare che ogni volta che si acquista un prodotto o un servizio, l'Iva è già compresa (salvo rare eccezioni): quelli sono i soldi che il consumatore versa all'erogatore di prodotti e servizi, che a sua volta dovrà versarli allo Stato, all'Agenzia delle Entrate. L'imposta sul valore aggiunto è un tributo mondiale, o quasi: è adottata in 68 Paesi del mondo, tra cui gli Stati membri dell'Unione Europea.

Aliquote Iva sui prodotti alimentari

Ma sapete quanto si paga di Iva sui prodotti alimentari? Per cominciare, ricordiamo che l'Iva cosiddetta “ordinaria”, in Italia, è al 22%: con la crisi di Governo delle ultime settimane ha cominciato a paventare l'ipotesi di un aumento fino al 25%, ma che al momento rimane tale. Esistono però delle aliquote per così dire agevolate: l'aliquota ridotta, che si paga ad esempio su alcuni prodotti alimentari e su prodotti e servizi come alberghi o ristoranti, e l'aliquota minima, che invece si paga sui prodotti di prima necessità.

Negli ultimi tempi, in ogni scontrino di qualsiasi supermercato, è ben specificato il “peso” dell'Iva sul prezzo finale al consumatore: sicuramente avrete notato che l'acqua in bottiglia, che sia liscia o gassata, ha un'aliquota Iva del 22%, quindi ordinaria. E' così da qualche anno: il motivo è riconducibile al fatto che l'acquisto dell'acqua in bottiglia non può essere considerato un bene di prima necessità, che può essere invece sopperita con l'utilizzo dell'acqua del rubinetto.

Alimenti dove l'aliquota è minima

Questi sono alcuni degli alimenti dove l'aliquota Iva è minima, dunque fissata al 4%. Vengono considerati beni di prima necessità i latticini, e quindi latte, burro e formaggi, e poi l'ortofrutta (frutta e verdura fresche, frutta secca, ma anche farina e frumento) e poi la margarina, i pelati e le conserve di pomodoro, condimenti come il basilico, il rosmarino e la salvia. Nell'elenco non mancano ovviamente il pane, i prodotti di panetteria e la pasta, un must della dieta mediterranea. 

Alimenti dove l'aliquota è ridotta

Nell'elenco degli alimenti dove l'aliquota è ridotta, e quindi al 10%, non mancano il pesce e i crostacei, il miele, marmellate e confettura, uova, salumi e insaccati e carne in generale, latte a lunga conservazione e yogurt, sughi e conserve, cereali come orzo, avena, grano saraceno e riso, lo zucchero (sia bianco che di canna), zuppe e minestre già pronte, cacao e cioccolato, oli alimentari diversi dall'olio d'oliva (che invece è ivato al 4%), gli alcolici come birra o vino.

L'imposta sul valore aggiunto nel mondo

Nota curiosa, per concludere: ma quanto si paga l'Iva ordinaria nei Paesi al di fuori dell'Italia? Solo per citarne alcuni: in Austria è al 21%, in Belgio al 21%, in Croazia e Danimarca al 25%, in Estonia al 20%, come in Francia, in Germania è al 19% mentre in Olanda è al 21, in Irlanda al 23, come in Portogallo, il 21% in Spagna, addirittura il 25% in Svezia e il 27% in Ungheria (il più alto in Europa).

E' molto più bassa andando oltreoceano: al 10% in Australia, per esempio, o solo al 5% in Canada. Ma la media dei Paesi più noti si avvicina comunque agli standard europei e occidentali: il 18% in Tunisia e Turchia, il 20% in Ucraina e in Marocco, il 18% in Russia e in Perù, il 17% in Cina, il 21% in Argentina, il 22% in Uruguay. Nella vicina Svizzera è inferiore di tre volte, o quasi: l'imposta sul valore aggiunto, infatti, si ferma al 7,7%.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ma quanto "pesa" l'Iva al supermercato? Ecco gli alimenti dove ci costa di meno

BresciaToday è in caricamento