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Novembre 2021: le regioni a rischio zona gialla e le previsioni sul picco

Possibile rischio di aumento di contagi in prossimità del Natale: ipotesi proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio.

Per alcuni regioni italiane il rischio della zona gialla è sempre più concreto: il prospetto dell’epidemia in Italia - secondo il monitoraggio dell’Iss - osserva come l’indice Rt sia salito a 1.21, con 78 casi su 100mila abitanti. Aumenta anche l’occupazione dei ricoveri ospedalieri e delle terapie intensive. Solo nella giornata di ieri si sono registrati 8.569 contagi e 67 decessi.  Per il momento in terapia intensiva la situazione è sotto controllo: sono 422 i pazienti ricoverati, mentre nei reparti ordinari aumentano di alcune decine ogni 24 ore. 

Secondo Roberto Battiston - astrofisico e direttore dell’osservatorio epidemiologico sul Covid all’università di Trento - se i numeri aumentassero ancora rischieremmo di arrivare a 20-30mila positivi durante le festività natalizie. Ad oggi, Lombardia e Veneto hanno superato i mille casi in un giorno: "Cominciano a essere numeri importanti" ha commentato l'esperto a Repubblica: "Se parti basso ci metti tempo a risalire. Ma se hai tanti casi, ogni volta che raddoppi arrivi presto a numeri alti".

Zona gialla novembre: le Regioni più a rischio oggi

Per ora la Lombardia tiene nonostante l'impennata dei casi: gli ospedali sono ampiamente sotto controllo, una situazione invidiabile anche a livello europeo. Occhi sono puntati soprattutto sul Friuli Venezia Giulia, dove ci sono stati 609 nuovi contagi con una percentuale di positività del 7,8%. L’occupazione delle terapie intensive ha superato il 10%: da lunedì scorso è all’11%. "Serve la zona gialla" dice Alberto Peratoner, che dirige il sindacato degli anestesisti- rianimatori in Regione. I nuovi casi settimanali a Trieste — epicentro delle proteste contro il Green Pass — hanno raggiunto il livello monstre di 471 ogni 100mila abitanti. La soglia di allerta in Italia è fissata a 50. Il Fvg pagherebbe anche la vicinanza con la Slovenia, uno dei malati più gravi d’Europa, dove solo il 40,5% della popolazione è vaccinata.

Il balletto dei colori e il timore di finire quantomeno in zona gialla con le conseguenti restrizioni sono in agguato, secondo il Sole 24 Ore. Ma l'aumento dei contagi è fenomeno almeno in parte fisiologico perché sempre in ripresa con la stagione fredda, le riunioni al chiuso, la riduzione dei distanziamenti e la moltiplicazione di assembramenti. Marche e Friuli-Venezia Giulia hanno superato la soglia per quel che riguarda le terapie intensive, ma il numero ancora contenuto di ricoveri ordinari le mette in salvo da eventuali restrizioni ancora per la prossima settimana almeno. Calabria e Bolzano, al contrario, rischiano solo per quel che riguarda i ricoveri ordinari (anche se sono entrambe ancora sotto la soglia del 15%), ma hanno numeri sotto controlla in terapia intensiva. In tutti e quattro i territori l'incidenza è ben oltre i 50 casi ogni 100mila abitanti. In tutti gli altri territori i numeri sono sotto controllo. Dal report settimanale dell'Iss sulla situazione Covid in Italia non emergeranno cambi di colore delle regioni a stretto giro di posta.

"L’Europa è messa malissimo e gran parte delle regioni italiane è già in zona gialla - dice alla Stampa oggi Guido Bertolaso,  coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia, facendo riferimento all''aggiornamento del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) - Le uniche che si salvano sono Piemonte, Lombardia, Molise, Basilicata e Sardegna. E anche se noi lombardi siamo i più virtuosi non sono tranquillo: l’incidenza dei casi per 100 mila abitanti è passata in pochi giorni da 32 a 40, anche se altri valori – come l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e le ospedalizzazioni – vanno ancora bene. Ma è innegabile che i numeri stiano salendo e stiamo andando verso il periodo più critico,l’inverno. Però dico questo anche per un’altra ragione, per incitare tutti a fare la terza dose. In certi casi, anche una comunicazione che avverte di possibili rischi serve a far capire che deve essere fatta". E poi ancora: "Basta un attimo per tornare dove eravamo. Il ragionamento da fare è che l’unico modo per arrestare la quarta ondata è vaccinare tutti con la terza dose". L'aumento dei casi rischia di portare la Lombardia verso la zona gialla solo se l'impatto sugli ospedali sarà di molto superiore rispetto alla situazione attuale.

Il microbiologo Andrea Crisanti, intervistato dal quotidiano torinese, avverte: "Il contagio viene alimentato dai non vaccinati e da chi sta perdendo la protezione. La settimana prossima supereremo i 10 mila casi al giorno. I 67 morti di ieri sono tanti e mi chiedo dove siano deceduti, se in ospedale e in quale reparto. A quanti contagi arriveremo? "Andando a gennaio intorno a 20 mila. A un certo punto il contagio si stabilizzerà a un livello che dipende dalla quantità di protetti e da misure come mascherine e distanze".

Il passaggio dalla zona bianca a quella gialla avviene sulla base di tre parametri: l’incidenza settimanale di nuovi positivi deve superare i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione in area medica deve essere oltre il 15%, il tasso di occupazione in terapia intensiva deve essere oltre il 10%. L'impianto è stato confermato, e con una variante contagiosa come Delta il dato dell'incidenza schizza oltre 50 molto presto in caso di ripresa dell'epidemia.

Il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla comporta in ogni caso un cambiamento soft delle regole con due uniche restrizioni: la mascherina obbligatoria anche all’aperto e massimo quattro persone al tavolo nei ristoranti al chiuso. Rimangono invece liberi gli spostamenti e non ci sono limitazioni per l’attività di ristorazione.

Covid: fare previsioni sul Natale 2021 è impossibile

"L’epidemia - spiega Battiston - è come un fiume in piena che in questo momento scorre veloce e copioso. Non riusciamo a ridurne la portata, ma in Italia al momento ci salviamo perché abbiamo buoni argini. Oltre ai vaccini, abbiamo Green Pass e obbligo di mascherine. [..] Il freddo, la vita ripartita in modo pressoché normale, le prime dosi ormai ferme, i vaccini che non offrono una protezione completa, fanno sì che parte dell’acqua superi gli argini e fuoriesca". Battiston avverte inoltre che né la terza dose né la vaccinazione a nuove fasce di età più basse potrà avere l'impatto della prima campagna vaccinale.

Il problema vero oggi come oggi è che "ogni ondata si è arrestata quando abbiamo preso misure per rafforzare gli argini: regioni colorate, vaccini, Green Pass. Ora non abbiamo leve capaci di agire in modo rapido" spiega ancora l'astrofisico. Fare previsioni su come sarà il Natale risulta impossibile.  La terza dose è stata già data a 2.627.758 persone. pari al 4,43% della popolazione. L’80% della popolazione vaccinabile è stato raggiunto il 9 ottobre, in linea con le previsioni del governo per fine settembre. Per arrivare al 90%, il nuovo target fissato, al ritmo attuale ci vorrebbero due mesi e 22 giorni. Il 76.5% della popolazione totale è stato completamente vaccinato e il 2.5% è in attesa di seconda dose.

Sul Corsera l'epidemiologa Stefania Salmaso esprime gli stessi dubbi sul possibile impatto della terza dose ai 40enni e 50enni sull'andamento dei contagi: "Quante infezioni si potranno prevenire con questa mosse? Poche".

Un altro stato di emergenza nel 2022?

Un nuovo stato di emergenza sarà possibile da Gennaio. Ma c'è una presa di posizione importante. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, sostiene che "proseguire con questa strategia di politica sanitaria ed economica è la cosa giusta da fare. Bisogna adesso dare vigore e continuità al programma di vaccinazione puntando al richiamo vaccinale per chi ha già ricevuto due dosi, in maniera da garantire e rafforzare l'immunizzazione degli italiani anche per i prossimi mesi invernali. Di pari passo, è, altresì, opportuno avviare subito una riflessione sull'utilizzo dell'istituto giuridico dello "stato di emergenza", che è in scadenza il 31 dicembre 2021 e che, in base al Codice della Protezione civile, non può durare oltre 24 mesi e, quindi, non può superare la data del 31 gennaio 2022. Alla luce dei successi sanitari ed economici ottenuti dall'Italia serve, pertanto, un nuovo paradigma che definisca un perimetro giuridico entro il quale il Governo possa declinare la sua azione, orientata stavolta più a principi di precauzione che di emergenza. Scriviamo una pagina nuova", ha concluso. E' la conferma che è tutt'altro che certo un 2022 in stato di emergenza.

La data fatidica è quella del 31 gennaio 2022, ultima proroga possibile per lo stato di emergenza in scadenza a oggi il 31 dicembre: "Alla scadenza dello stato di emergenza, le amministrazioni e gli enti ordinariamente competenti, subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, nei procedimenti giurisdizionali pendenti", recita il decreto. Significa che Regioni e Comuni riprendono appieno i propri poteri "commissariati" dal Governo nei territori di spettanza. Ma il governo potrebbe in teoria trovare il modo di prorogare ancora lo stato di emergenza? La risposta è sì.

Le ipotesi sono tre: la prima è la modifica del decreto legislativo del 2008, il numero 1, il Codice della Protezione civile, estendendo il numero massimo di mesi per lo stato di emergenza a 27 mesi o più. la seconda è una proroga dello stato di emergenza in deroga al dlgs 1/2018, senza modificarlo. La terza è la dichiarazione di un nuovo stato di emergenza: se è vero che lo stato di emergenza attuale può essere prorogato soltanto fino al 31 gennaio 2022, è possibile, come sottolineato nei mesi scorsi da alcuni giuristi, che il governo valuti se proclamarne uno nuovo in caso di una crisi "inedita". Basterebbe forse, in fondo, dire che ora siamo di fronte a una nuova minaccia, quella costituita dalle varianti del Covid-19. Uno scenario improbabile, ma che non si può per ora escludere.

Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza è ancora troppo presto per decidere la proroga dello stato di emergenza. La decisione potrà quindi essere presa solo al termine del 31 dicembre. Se fosse così, la strategia per il contenimento della pandemia sarebbe tutta da rivedere.

Fonte: Today

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