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In Piazza Loggia 8 rintocchi per non dimenticare: Brescia ricorda le vittime della strage

Le celebrazioni per il 48esimo anniversario della strage neofascista

Ricordare la nera ferita della nostra città, perchè la memoria del giorno più buio sia da monito per le generazioni future. Stamattina la città si è riunita per il 48esimo anniversario della strage neofascista di Piazza Loggia. Alle 8.30, al cimitero Vantiniano, si è tenuta la celebrazione eucaristica alla presenza del vescovo Pierantonio Tremolada. È seguita la deposizione di omaggi floreali, con il corteo delle delegazioni guidato da Don Fabio Corazzina e il successivo incontro coi familiari delle vittime a Palazzo Loggia.

Alle 10.12, dalla torre dell'orologio, i "Macc de le Ure" hanno fatto risuonare dalla campana 8 rintocchi, in memoria delle vittime dell'orrendo attentato del 28 maggio del 1974, nel quale – proprio alle 10.12 di quel maledetto martedì – persero la vita Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese; Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie; Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica; Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante; Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano; Luigi Pinto, 25 anni, insegnante; Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio; Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio.

Alle alle 10.25, infine, si è tenuta la commemorazione ufficiale, con i discorsi di Lorenzo Lancini – dell'ufficio di presidenza della Consulta degli Studenti di Brescia – e di Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo UIL Nazionale.

Verità e misteri della strage

In attesa del ritorno in aula per l'udienza di revisione del processo di Maurizio Tramonte, già condannato all'ergastolo in via definitiva, e del rinvio a giudizio (nella nuova inchiesta sui presunti esecutori materiali) di Marco Toffaloni, 65enne residente in Svizzera, e di Roberto Zorzi, 68enne di casa negli Stati Uniti, così ha commentato all'Ansa il presidente della Corte d'appello di Brescia, Claudio Castelli: "La verità storica è ormai acclarata, ma ci sono tre procedimenti in corso sulla strage. Anche a distanza di 48 anni, troppi, si arriverà a processi e soluzioni giudiziarie rispetto a Piazza della Loggia. Questo però è un elemento di forza della democrazia, non di debolezza, perché vuol dire che anche di fronte a crimini efferati e gravissimi come questi si osservano le regole processuali. La forza più grande dell'Italia è stata processare gli autori delle stragi e dei misfatti peggiori senza tribunali speciali. Questa è una forza, non è una debolezza".  

Se la mano di chi ha messo la bomba è data per certa (i membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo), ancora resta da capire i legami col governo di allora e i cosiddetti "servizi segreti deviati", nell'epoca della strategia della tensione. Un coinvolgimento riemerso in questi giorni anche a 30 anni della Strage di Capaci. In entrambi i casi – purtroppo – non è mai stata fatta chiarezza.

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