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Strage di piazza Loggia, 46 anni dopo: "Oggi come allora, restiamo uniti"

Il ricordo delle vittime delle bombe dell'attentato in Piazza Loggia

Ricordare la nera ferita della nostra città, perchè la memoria del giorno più buio sia da monito per le generazioni future. Anche in un momento così drammatico come la pandemia di Coronavirus: oggi come allora, sarà necessario restare uniti per ricostruire insieme. Giovedì mattina la città si è riunita - simbolicamente - in Piazza della Loggia per il 46esimo anniversario della strage fascista. La piazza non poteva essere gremita, come d'abitudine, ma la commemorazione delle vittime dell'attentato fascista si è svolta comunque: numerose le delegazioni che una ad una hanno sfilato di fronte al punto dove il 28 maggio del 1974 scoppiò l'ordigno che uccise 8 persone. I sindacati, le associazioni, i comitati studenteschi, i centri sociali: a piccoli gruppi e in silenzio hanno deposto un fiore sul selciato simbolo della lacerazione più profonda della nostra città.

Commozione e applausi quando in piazza è apparso Franco Castrezzati, protagonista della resistenza bresciana, sindacalista e oratore della manifestazione antifascista che venne tragicamente interrotta dalla bomba che uccise Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda.

46esimo strage di piazza Loggia © Bresciatoday

Don Fabio Corazzina, retore della 46esima cerimonia di commemorazione, ha ricordato le parole pronunciate da Castrezzati quel 28 maggio di 46 anni fa, dopo lo scoppio dell'ordigno: "State calmi, compagni". Poi il raccoglimento per ricordare l'ex sindaco di Brescia Cesare Trebeschi, scomparso lo scorso 10 aprile.

Il silenzio ha accompagnato anche l'ingresso della delegazione composta dal sindaco Emilio Del Bono, Manlio Milani, presidente dell'associazione dei caduti di Piazza della Loggia, dal vescovo Pierantonio Tremolada e dai vertici cittadini delle forze dell'ordine. Il raccoglimento di fronte alla stele, poi gli otto rintocchi di campane per ricordare le vittime della bomba neofascista, ma anche le migliaia della recente strage del Coronavirus.

"Tra chi è sopravvissuto alla bomba c'è anche qulacuno che è stato colpito dalla furia del virus. I decessi di allora e di oggi sono accumunati dalla fulmineità e dal mancato accompagnamento alla fine della vita da parte di familiari e amici. C'è un ponte che lega la strage alla pandemia: oggi come allora deve prevalere l’idea di ricostruire insieme, ripartire e rinascere pensando al bene comune", ha detto Manlio Milani. 

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