rotate-mobile
Attualità

Siccità record, ora l'Italia resta a corto d'acqua: la mappa della grande sete

Da Nord a Sud si fanno i conti dei danni prodotti dalla mancanza di acqua: in sofferenza le culture tradizionali mentre in Sardegna l'emergenza è aggravata dall'invasione delle cavallette

La grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, il Po in secca come mai negli ultimi 70 anni, i laghi svuotati e i campi arsi dove la siccità ha già provocato danni per due miliardi di euro. È drammatico il bilancio stilato da Coldiretti che ha disegnato la prima mappa della sete da Nord a sud dell'Italia. E non è ancora iniziata l'estate. 

Che caldo fa (e non è ancora estate) 

L'associazione degli agricoltori italiani stima le conseguenze della siccità sui raccolti in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale alimentare per fare fronte agli effetti sui prezzi della guerra in Ucraina.

In Lombardia, la provincia di Bergamo è fra le più colpite con 25 comuni che rischiano il razionamento dell'acqua potabile, ma la situazione è critica su tutto il territorio. A Tradate (Varese) dalle sei a mezzanotte è vietato sprecare acqua per lavare la macchina o riempire le piscine. Per i trasgressori, multe fino a 500 euro. La Regione è pronta a chiedere lo stato d'emergenza per la siccità che sta già compromettendo le coltivazioni. Le prime stime su orzo e frumento indicano cali delle rese fino al 30%. Proprio a causa della mancanza di risorsa idrica, c'è anche chi ha deciso di sospendere le semine dei secondi raccolti e preoccupa la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni dall'orzo al frumento, dai foraggi al mais.

Nel Piemonte orientale undici comuni si trovano in pieno allarme rosso con autobotti, chiusure notturne della distribuzione dell'acqua e ordinanze di non potabilità. Mentre sui campi dell'intera regione si prevede una riduzione del 30% delle foraggere che servono negli allevamenti per nutrire gli animali. Sui cereali c'è un calo di produzione del 30%, a causa della mancanza di acqua. Si riscontrano già danni e problemi sul nocciolo con perdita dei frutti mentre nei vigneti si vede il mancato germogliamento per molte piante con la produzione di acini sotto la media e molto radi. Per quanto riguarda il riso sono stati seminati circa 10 mila ettari in meno quindi 210 mila rispetto ai 220 mila dello scorso anno, molte aziende hanno optato per la semina in asciutta.

In Liguria si segnalano danni al foraggio destinato a capre, pecore e mucche ma colpiti sono anche gli uliveti e il basilico per il classico pesto alla genovese. In provincia di Savona sono state emesse ordinanze invitando la popolazione a usare l'acqua solo per uso casalingo, senza innaffiare i giardini evitando tutti gli sprechi possibili, con la previsione di razionare l'acqua in determinati orari e riaprirla solo quando ce n'è bisogno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera e poi lasciarla chiusa.

In Veneto il Comune di Montebelluna ha vietato su tutto il territorio comunale, fino a nuova disposizione, l'uso dell'acqua potabile per usi diversi da quello alimentare e igienico-sanitario. Nel Polesine e nella Bassa Padovana in difficoltà anche coltivazioni che tradizionalmente hanno poco bisogno di acqua come l'aglio e il grano. Preoccupazione per la risalita del cuneo salino (infiltrazioni di acqua salata) che potrebbe intaccare le falde acquifere e bruciare ortaggi come zucchine, pomodori e insalata di Lusia IGP, frutta in pieno campo tipo meloni e angurie.

In Emilia Romagna si stimano in 300 milioni di euro i danni per seminativi e ortofrutta. Fino ad ora è stato dato solo il 30% dell'acqua che serve ad albicocche, ciliegie, pesche e susine e appena il 12% agli alberi di pere e mele. Per il raccolto del grano 2022 si stima in calo di rese medie ad ettaro di circa il 10%.

In Toscana l'assenza della pioggia aggrava una situazione di forte sofferenza idrica. L'autorità idrica toscana invita tutti i comuni a disporre, da adesso fino al 30 settembre, la limitazione dei consumi di acqua ai soli scopi essenziali igienici e domestici. Per salvare le coltivazioni si sta ricorrendo all'irrigazione di soccorso attingendo dai pozzi o attraverso le botti, con impatto sui raccolti di girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e della frutta che si stacca prematuramente dalle piante.

Nel Lazio a causa della siccità si contano danni per oltre 250 milioni di euro. Costi che riguardano investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito per ortofrutta e cali produzione per vino e olio, che sono le più colpite. Mentre Roma è con il fiato sospeso per il calo dei livelli del lago di Bracciano riserva idrica della Capitale. 

In Umbria danni siccità stimati su cereali intorno al - 20% delle rese .

In Abruzzo il grano fa segnare un calo di almeno il 15% delle rese ma in difficoltà ci sono girasole, mais e altri cereali, i foraggi per l'alimentazione degli animali nonché ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

In Molise la siccità ha causato danni alle colture cerealicole sulla fascia costiera Adriatica, in provincia di Campobasso. La perdita è quantificabile fra il 20 e il 30% mentre in provincia di Isernia le foraggere hanno subito una perdita di oltre il 40%.

In Campania danni su grano duro con almeno il taglio del 20% delle rese nell'alto Casertano, nel Sannio e nell'Irpinia.

In Calabria la siccità ha fatto registrate una caduta di fiori e frutti negli uliveti, con una media regionale del danno che si attesta al 10% mentre la costa jonica a tratti raggiunge picchi di perdite che superano il 60%. Nella provincia di Crotone è allarme per gli ortaggi. Mentre in tutta la regione c'è apprensione per gli agrumi. 

in Puglia il conto pagato dall'agricoltura per la siccità supera i 70 milioni di euro l'anno. Negli invasi artificiali mancano 80 milioni di metri cubi d'acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell'Osservatorio Anbi Nazionale. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l'avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi. Ma gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo, con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l'allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40%.

In Basilicata le aree maggiormente colpite dalla siccità sono l'Alto Bradano, nel Potentino, e la collina interna del Materano. Quanto ai cereali, si sta producendo il 40 per cento di cereali in meno rispetto allo scorso anno ma la percentuale sale al 60 per cento per quanto riguarda i foraggi. Le alte temperature di queste settimane hanno provocato problemi sulla pezzatura dei frutti nel Metapontino e una perdita di produzione rispetto alla media di circa il 20%.

In Sicila per la Piana di Catania non c'è pace a causa di un sistema irriguo fatiscente. Persino chi ha sistemi di irrigazione moderni non sa più come bagnare gli agrumi con un conseguente stress idrico a causa delle alte temperature. Ma anche i fichi d'india, i seminativi, gli ortaggi, sono a secco e gli agricoltori, laddove è possibile, devono provvedere alle irrigazioni di soccorso con costi aggiuntivi.

In Sardegna il caldo torrido scatena la furia di milioni di cavallette che stanno devastando 30mila ettari di coltivazioni in Sardegna. A questi ritmi si rischia la distruzione di cinquantamila ettari entro poche settimane con le aziende costrette a non coltivare i campi.

Fonte: Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Siccità record, ora l'Italia resta a corto d'acqua: la mappa della grande sete

BresciaToday è in caricamento