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Giovanni Pizzocolo

Giornalista Brescia

Dall'inizio della guerra, Putin è morto e resuscitato almeno 10 volte

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, leggendo i quotidiani sembra che Putin abbia avuto una ventina di differenti tipologie di tumore, sia stato prossimo alla morte almeno dieci volte e, seppellito in silenzio, sia poi resuscitato al solo scopo di farsi destituire da colpi di Stato assortiti, organizzati durante la settimana lavorativa dai militari e nei weekend dagli oligarchi meno festaioli (almeno quelli che riescono a restare in vita, senza 'scivolare' da barche o finestre). Provare per credere: scrivete "Putin tumore" o "Putin destituito" su Google, così vi fate da soli un'idea della pochezza del giornalismo italiano.

Sia chiaro, qualsiasi persona di buon senso vedrebbe volentieri un dittatore come Putin sotto due metri di terra, a farsi osannare dai vermi anziché da folle di patrioti. Ma un conto sono i propri auspici, un conto sono i fatti (e qui sta il problema): o i giornalisti italiani hanno decine di fonti segrete all'interno del Cremlino, roba da far impallidire il Mossad, o scrivono inventandosi ipotesi su ipotesi senza alcun fondamento, al solo scopo di far propaganda a una parte in causa (la Nato) o a certi partiti nostrani filo atlantisti.

Nel frattempo, però, la guerra continua da sette mesi, Vladimir Vladimirovič continua i suoi massacri, l'economia russa resiste nonostante le sanzioni, senza l'auspicato crollo dell'occupazione interna e, soprattutto, senza l'insostenibile inflazione al 9% dell'Europa, fortemente impegnata a spararsi sui piedi da sola, visto che il dittatore plurimoribondo ha in mano il rubinetto del gas.

Comunque, mai mettere limiti alla provvidenza: può essere benissimo che l'amico Putin (Berlusconi dixit) si ammali e muoia. Anzi, magari, proprio mentre state leggendo queste righe, sta spirando per un arresto cardiocircolatorio, dopo aver mangiato un piatto di solyanka troppo piccante. Il gradito infarto, però, non cambierà l'assunto sul nulla impersonificato dai tanti (e presunti) cremlinologi dell'anno 2022, impegnati da mesi a ripetere "sarà destituito, anzi è malato e morirà!", in una sorta di profezia che si vorrebbe autoavverante. Fedeli soldati del capitano Jacques de La Palice, quando Putin se ne andrà (per davvero) all'altro mondo, ci ricorderanno che "un quart d'heure avant sa mort, il était encore en vie".

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