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Guerra in Ucraina, emergenza profughi: l'appello ai bresciani per l'accoglienza

Sono già più di 2mila i profughi ucraini arrivati in Lombardia

Sono già più di 2mila i profughi ucraini arrivati in Lombardia, come riferito dalla vicepresidente Letizia Moratti: facile allora immaginare che siano già a centinaia anche quelli arrivati in provincia di Brescia. E altri ne arriveranno, forse a migliaia: per questo la Prefettura ha concordato un protocollo per l'accoglienza, con i sindaci del territorio, le forze dell'ordine e l'autorità sanitaria. Va in questa direzione anche la “chiamata alle armi” rivolta a tutti i cittadini o imprese che possono mettere a disposizione alloggi per ospitare i profughi in arrivo.

Il modulo per accogliere i profughi

“L'attuale situazione di crisi legata agli eventi bellici in corso in Ucraina – fa sapere la Prefettura – comporta l'esigenza di assicurare una pronta accoglienza ai cittadini ucraini in ingresso nel nostro territorio. A tale scopo, chiunque voglia offrire – soggetto istituzionale, ente collettivo o privato cittadino – a titolo gratuito o a pagamento la disponibilità di unità abitative, di uno struttura ricettiva o di accoglienza nella propria abitazione può compilare il form online, accessibile a questo link”.

Nella pagina dedicata è così possibile compilare il modulo per la disponibilità di:

  • appartamenti liberi a pagamento
  • strutture ricettive a pagamento
  • appartamenti liberi gratuitamente
  • accoglienza in famiglia.

Il modulo va compilato segnalando solo i posti liberi e non quelli già occupati. 

Il coordinamento con i sindaci

Sul fronte istituzionale, è attesa a breve una riunione organizzativa con tutti i sindaci della provincia. Agli stessi la Prefettura ha chiesto di “segnalare la disponibilità di strutture e soluzioni alloggiative idonee, di cui hanno contezza, dando al contempo la massima diffusione alla circostanza che coloro che ospitano a qualsiasi titolo cittadini stranieri sono tenuti ad effettuare la comunità di ospitalità, entro 48 ore, all'autorità di pubblica sicurezza del luogo in cui si trova l'immobile: Questura per il capoluogo, Commissariato per Desenzano e uffici comunali per gli altri Comuni”. 

Il sistema di accoglienza

E' stata inoltre sottolineata la poca adesione dei singoli Comuni al sistema di accoglienza nazionale Cas – Sai, ex Sprar, che comporta quindi l'inevitabile “insufficienza dei posti attualmente disponibili nel sistema di accoglienza”. Si procede dunque “alla ricognizione e al costante aggiornamento della capacità complessiva di accoglienza del territorio, sia da parte di soggetti che intendono mettere a disposizione del sistema Cas (i centri di accoglienza straordinaria) strutture, ampliandone così la capacità ricettiva con oneri a carico del Ministero dell'Interno, sia da parte di soggetti che offrono soluzioni con finalità puramente solidaristica”.

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