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Giovanni Pizzocolo

Giornalista Brescia

Strage di Cutro: il pescatore Vincenzo si è tuffato in mare anche per noi

Le bare allineate nel palazzetto vuoto di Crotone. E quelle piccole bare bianche, come gradini verso l’inferno, l’inferno che ci siamo costruiti qui, intorno a noi. Di fronte all’ennesima tragedia del mare, che qualcuno – al sicuro nel Palazzo – non ha voluto evitare, la rabbia sale, si ingrossa; faticoso è ragionare. Certo, si pensa, sarebbe bello vedere i colpevoli pagare, finalmente un po' di giustizia nel paese dell'impunità; ma è vana speranza. Una barca in difficoltà avvistata ore prima, nessuno che fa scattare l’operazione SAR: search and rescue, ricerca e soccorso. Procedure volutamente sempre più complesse, la burocrazia tra le onde della tempesta, come se in mare si potesse aspettare.

E mentre sale la rabbia, ascolto in televisione la testimonianza del pescatore Vincenzo Luciano, tra i primi a intervenire in aiuto dei migranti. Lui, che ha fatto del mare la sua terra, sa che non c’è nulla da aspettare, nessun protocollo ministeriale da rispettare. Si è tuffato in acqua vestito, ha afferrato un bimbo di circa 2 anni, “aveva ancora gli occhi aperti”, nel suo cuore la speranza che potesse ancora respirare. Poi un altro corpo, e un altro ancora, affinché il mare, dopo le loro vite, non si prendesse il poco che restava. Tutt’intorno, le urla delle madri in cerca dei figli tra i cadaveri ammucchiati; il dolore che rende folli.

Moderna Antigone, il pescatore Vincenzo ha salvato quelle spoglie per dare loro degna sepoltura, un luogo su cui far cadere le lacrime. Ora non riesce più a mangiare, non dorme più la notte: sempre ripensa al volto di quel piccolo naufrago, al quale ha potuto solamente abbassare le palpebre. Non si dà pace: se fosse arrivato un minuto prima, racconta, magari sarebbe riuscito a salvarlo.

Di fronte a tanto sgomento, forse resta solo il silenzio con cui abbracciare l’altrui disperazione, nonostante alcuni ignobili politici trovino il coraggio di giudicare le madri salite su quel barcone. Accecati dalla crudeltà, non sanno che il pescatore Vincenzo s’è tuffato in acqua anche per loro, per tutti noi che da troppo tempo assistiamo inerti. Sulla spiaggia di Cutro, ha tenuto tra le braccia l’umanità intera insieme a quel bambino, dischiudendo nel dolore una gemma di speranza.

Strage di Cutro: il pescatore Vincenzo si è tuffato in mare anche per noi

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