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Occupa la casa, l'incubo di una giovane coppia: "Me ne vado se mi date 30mila euro"

L'odissea infinita di Silvia e Paolo, giovane coppia bresciana che non può entrare nella casa di proprietà a Mompiano

Nuovo appello alla giustizia di Paolo e Silvia, i proprietari della villetta bifamiliare di Mompiano che da oltre un anno – dal settembre del 2019 – sarebbe occupata abusivamente da un uomo di circa 40 anni, originario della provincia di Cremona e che non avrebbe mai lasciato l'abitazione alla scadenza del suo contratto d'affitto (appunto, nel settembre di due anni fa: tra l'altro, dice la coppia, avrebbe pagato la locazione solo per due mesi). La coppia pubblica periodicamente aggiornamenti sulla vicenda sulla pagina Facebook “La casa fantasma: storia di come ci hanno rubato casa nostra”.

I due giovani congiunti ne hanno parlato anche a “Messi a fuoco”, trasmissione di Teletutto: ad oggi temono che fino al prossimo luglio, quando scadrà la moratoria sugli sfratti dovuta alla pandemia, niente di potrà fare. “Fosse un problema di morosità e basta, lo potremmo sopportare – hanno spiegato – ma invece è come un esproprio, e con minacce e violenze di impedisce di entrare in casa, al piano di sotto” (l'inquilino abusivo vivrebbe al piano di sopra, ndr).

Una storia lunga più di un anno

“Originariamente aveva lasciato la casa – continuano Silvia e Paolo – ma dopo una settimana, quando avevamo già cominciato a portare dentro le nostre cose, è tornato e ha cambiato le serrature, ha messo un catenaccio al cancello e si è impossessato della casa in cui saremmo dovuti andare a vivere”. I giovani sono stati recentemente ascoltati in Procura: in meno di un anno e mezzo avrebbero già presentato una dozzina di denunce, “e ogni denuncia contiene più fatti denunciati”.

Trentamila euro per lasciare la casa

Nel lungo elenco ci sarebbe anche un tentativo di estorsione, “Me ne vado solo se mi date 30mila euro”, e minacce a loro e ai familiari, “Se vedo tuo padre lo disintegro”. “Ho paura di trovarlo fuori casa dei miei genitori”, ammette Silvia: “Non me la sento più nemmeno di avvicinarmi – sottolinea invece Paolo – perché mi ha già minacciato con un'ascia o un martello, per farmi stare lontano”. A nulla sarebbero serviti i tentativi di mediazione, e i reiterati interventi delle forze dell'ordine: “Arrivano, identificano i presenti e ci dicono di fare denuncia”. 

"Un'ingiustizia che nessuno ci riconosce"

In quella casa avrebbero vissuto anche altre persone: “Un senzatetto, e una persona che alla vista della polizia si è lanciata dal primo piano per scappare. Siamo preoccupati anche per queste frequentazioni, non sappiamo chi sono”. Passano i mesi, non passa il dolore: “Viviamo in una costante condizione di frustrazione, di impotenza: siamo delusi e arrabbiati, non dormiamo la notte e non possiamo fare progetti per il futuro. Siamo di fronte a un'ingiustizia, che non viene riconosciuta da nessuno”. 

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