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Bentornato lupo: scomparso per anni, un gradito ritorno sulle montagne bresciane

Vari avvistamenti, anche recenti, in Valle Camonica, hanno confermato il suo gradito ritorno: ecco a voi il Canis lupo, il lupo grigio che mancava da anni

Bentornato lupo: una buona, buonissima notizia per l'ecosistema delle montagne bresciane (e lombarde). Gli avvistamenti delle ultime settimane, in Valle Camonica, hanno confermato infatti il trend degli ultimi anni: sempre più lupi visti scorrazzare liberamente nei boschi da viandanti o cacciatori. Avvistati o quasi: in ordine cronologico, solo tra aprile e maggio sono arrivate segnalazioni dalla Valle di Cané, dove sono stati trovati due cervi morti e sbranati, e poi nella Valle Grande di Vezza d'Oglio, e ancora alle porte delle Case di Viso dove due cacciatori hanno assistito (ovviamente a distanza) all'uccisione di un capriolo, proprio da parte di un lupo.

Il ritorno del cane lupo

Quello che si vede anche nelle valli bresciani è il celebre lupo grigio, nome popolare del Canis lupus: noto anche come lupo comune, a livello globale non è a rischio estinzione e si trova, oltre all'Europa, anche in Asia e in Nord America. E' il più grande della sua famiglia, con un peso che può raggiungere e superare i 45 chili per i maschi, e quasi i 40 chili per le femmine. Segni particolari: muso e orecchie meno appuntite rispetto ai suoi “colleghi” del genere Canis. Altre caratteristiche: il suo mantello invernale è lungo e folto, solitamente grigio ma con tonalità variabili, dal nero al marrone fino al rosso scuro.

Una cronistoria bresciana

Per anni non se ne sono visti più, ma nemmeno un esemplare che fosse uno. La recente svolta risalirebbe invece al 2014, quando per la prima volta dopo lungo tempo ne venne avvistato uno (e fotografato da un agente della Polizia Provinciale) nella zona della Cima Verde, sul Mortirolo bresciano. Da allora, e gli esperti dicono per fortuna, di lupi se ne sono visti un po' ovunque in zona (anche se a livello numerico siamo sotto la decina), dal Passo del Gavia al Passo del Tonale, fino ai citati avvistamenti delle ultime settimane. 

L'origine dei lupi bresciani

Gli esperti sottolineano la grande capacità del lupo comune di effettuare spostamenti anche di centinaia di chilometri, una volta liberatosi dal branco. La testimonianza pratica arriva addirittura dal lago di Garda, da Esenta di Lonato: poco più di un mese fa i Vigili del Fuoco hanno salvato una lupa che era rimasta incastrata nella vasca di scolo di una centralina idroelettrica. Potrebbe dunque essersi spostata da sola, zampettando per decine di chilometri (di sicuro c'è un branco di lupi nel Parco dell'Alto Garda, avvistati anche a Tremosine): allo stesso tempo però non si esclude che possa essere stata detenuta illegalmente, e poi fuggita.

Una circostanza che fa riflettere, e che appunto rimanda alle probabili (o meglio presunte) origini dei lupi della Valle Camonica: farebbero tutti parte di un grande branco stabile, attualmente presente sulle montagne del Piemonte. A gruppetti si sarebbero staccati dal branco originale, e poi scesi fino alle valli bresciane. Il lupo fa paura, quando si avvicina all'abitato. Ma non capita mai, perché di solito succede il contrario: è il lupo che ha paura di noi. Di noi umani.

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