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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Lonato del Garda

In paese si brucia la vecchia, peccato sia il fantoccio di Vladimir Putin

Fa discutere parecchio - e non solo sui social - la decisione presa dal gruppo amici della Chiesa di Sant’Antonio di Lonato.

La guerra tra Russia e Ucraina, piombata nella quotidianità di tutti noi con il suo carico di orrore e indicibile sofferenza, irrompe anche nelle tradizioni locali. Succede a Lonato del Garda dove, giovedì sera, nel corso del consueto ‘rogo della vecchia’ verrà dato alle fiamme un fantoccio che riproduce il presidente della  Russia Vladimir Putin. Una decisione che gli organizzatori del tradizionale appuntamento di metà Quaresima -  il gruppo amici della chiesa di Sant’Antonio -  hanno annunciato sui social, scatenando - inevitabilmente - un turbinio di infuocate polemiche.

“ Un "vecio" al posto della tradizionale Ecia (ogni tanto diamo anche a loro pari opportunità) qui in attesa di giudizio dopo il regolare processo pubblico che terremo giovedì sera. Vi ricorda qualcuno? Forse non è un caso; fa parte della tradizione bruciare sul falò a fine inverno tutto quello che vogliamo superare e censurare.”

Si legge nel post, corredato dalla fotografia del fantoccio le cui fattezze ricordano inequivocabilmente Putin: verrà bruciato alle 20.30 di giovedì sera nel giardino dell’Ortaglia, dopo la messa in scena di un processo.

La reazione del consigliere

Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti cittadini, contestata pure dal consigliere comunale Valentino Leonardi  che - in un lungo messaggio pubblicato su Facebook - ha inviato gli organizzatori a fare un passo indietro perché: “nel condannare senza tentennamenti questa orribile guerra, dobbiamo sforzarci di non inseguire la strada dell’odio e della violenza; dobbiamo sforzarci di andare oltre le reazioni istintive ed evitare di fomentare l’imbruttimento della nostra umanità”.

Un chiaro invito a non fomentare la rabbia e fare attenzione ai messaggi che si veicolano: “Non utilizziamo le tradizioni per finalità diverse - si legge ancora nel post  - abbiamo bisogno di segnali di pace, pur nella nettezza delle condanne, che riportino alla ragione e alla speranza. Non appartiene alla nostra cultura l'atto di bruciare un simbolo che, nel caso, rappresenterebbe un essere umano, crudele e violento, ma pur sempre un essere umano”.

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