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Ergastolo per l'omicidio dello zio, ma Giacomo è tornato a casa e resta in libertà

Lo prevede la legge

C'è una condanna all'ergastolo, anche se solo di primo grado, arrivata dopo un processo lungo due anni (e 22 udienze): carcere a vita per Giacomo Bozzoli, unico imputato per l'omicidio dello zio Mario Bozzoli, l'imprenditore di Marcheno scomparso dall'8 ottobre del 2015. Ma nonostante ciò il giovane condannato (ha 37 anni) è rimasto e rimarrà in libertà.

Cosa prevede la legge

E' stato così anche in questi anni: prima indagato, poi imputato, adesso la condanna. Ma senza che sia mai stata prevista alcuna misura cautelare. Niente di vietato, lo prevede la legge: questo perché si tratta di un "processo indiziario", ovvero un processo in cui non esistono prove "decisive e concrete" a carico dell'imputato, ma ci sono però degli indizi che tutti insieme portano alla colpevolezza "oltre ogni ragionevole dubbio". E nel caso specifico, non ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato, di inquinamento delle prove o di fuga.

Lo prevede anche l'articolo 192 del Codice di procedura penale: "L'esistenza di un fatto - si legge - non può essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordati". Come quelli raccolti dalla pubblica accusa nel procedimento contro Giacomo Bozzoli. Condannato, ma ancora libero. Per lui si apriranno le porte del carcere solo quando la sentenza sarà definitiva.

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