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Nuovo focolaio di aviaria nel Bresciano: contagiati (e soppressi) altri 48.000 polli

Nuovo allarme aviaria in un allevamento bresciano: sono già stati abbattuti 48mila polli

Nuovo focolaio di aviaria nel Bresciano: l’allarme è stato lanciato stavolta dal Distretto veterinario 2 di Ats, nella zona tra Montichiari e il Basso Garda. E’ per questo che nell’allevamento interessato sarebbero già stati abbattuti 48mila polli, che vanno ad aggiungersi al milione di capi (e oltre) già soppressi perché contagiati o in via preventiva. 

Abbattuti 1 milione di volatili

Come riporta Bresciaoggi, dalla metà di novembre – quando venne intercettato il primo focolaio bresciano della stagione, a San Gervasio – sono già stati abbattuti 1,126 milioni di volatili: di questi poco meno di 911mila perché probabilmente contagiati dall’aviaria, e altri 215mila a scopo preventivo. In tutta la Lombardia, dal 16 novembre al 14 gennaio, sono stati individuati 56 focolai di aviaria, di cui circa la metà in provincia di Brescia.

Il virus ha colpito in particolare la zona della Bassa Bresciana: tra i paesi più colpiti ci sono Isorella, Pavone Mella, Pralboino, Cigole e Milzano. Sono stati contagiati dall’aviaria oltre mezzo milione di galline ovaiole, oltre 245mila polli, più di 100mila tacchini, e poi anatre e altri avicoli, e pure animali selvatici (germano reale e fischione).

Il virus dell’influenza aviaria

Come riferito da Ats, l’influenza aviaria è un’infezione virale estremamente contagiosa, ma che non avrebbe effetti sull’uomo, causata dal virus della famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A. Gli uccelli selvatici, in particolare quelli acquatici migratori, ne sono considerati il serbatoio naturale in quanto, in genere, non si ammalano ma sono fonte di contagio per il pollame allevato, principalmente attraverso la via di trasmissione fecale-orale. 

L’influenza aviaria nel pollame assume forse diverse se causata da ceppi a bassa o alta patogenicità. Nel primo caso si manifesta un’infezione leggera, prevalentemente respiratoria, salvo aggravamento dovuto ad altre coinfezioni o altri fattori; nel secondo caso, invece, si ha una malattia estremamente grave con mortalità molto elevata. 

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