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Super green pass per ogni tipo di lavoro: "La decisione sembra ormai inevitabile"

Le spinte per approvare il super green pass per accedere a tutti i luoghi di lavoro sono sempre più forti. La decisione tra pochi giorni

Mentre il Bresciano e l'intera nazione fanno i conti con un nuovo record di contagi dovuti alla variante Omicron, si fa sempre più largo l'ipotesi di rendere obbligatorio il super green pass per accedere a qualsiasi luogo di lavoro.

Un'imposizione di cui si discute da settimane e che è tornata al centro dell'attenzione di politici e scienziati nelle scorse ore. Le spinte per fare in modo che in tutti i luoghi di lavoro acceda solo chi è stato vaccinato sarebbero ormai molto forti: nelle prossime ore l'ipotesi potrebbe essere rimessa sul tavolo del Consiglio dei ministri. Secondo il Sole 24 Ore, voce di una parte (molto influente) del mondo produttivo italiano, "la direzione per il super green pass sembra inevitabile al governo presieduto da Draghi". 

Super green pass lavoro: le possibili novità

Alcuni politici ed epidemiologi si sono già ampiamente espressi sulla necessità di rendere obbligatorio il super green pass nel mondo del lavoro, non solo nel pubblico ma anche nel privato e nel lavoro autonomo. Nella prima categoria rientra il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che martedì durante la sua visita a Norcia ha sottolineato: "Veniamo da una storia di successo, quella del Green pass e del Super green pass. Ora dobbiamo accelerare sulle terze dosi di vaccino anti Covid", ha detto: "Ciò a cui io aspiro è applicare il Super green pass a tutto il mondo del lavoro, pubblico, privato e autonomo".

La realtà quotidiana è che ci sono migliaia e migliaia di persone in isolamento e in quarantena, bloccate in un lockdown di fatto e in attesa di un tampone che dica loro se sono o no positivi: "Mi pare evidente – commenta parlando alla Stampa l'epidemiologo dell'Università Statale di Milano, Carlo La Vecchia – che con questi numeri il tracciamento sia, più che difficile, al limite dell'impossibile. I tamponi che abbiamo vanno usati in primis sui sintomatici, poi sui loro contatti e, solo se avanzano, sugli altri, inclusi coloro che, non essendosi vaccinati, devono farne uno ogni 48 ore per andare a lavorare".

Ma se il green pass base serve per andare a lavorare, come si può procedere in tal senso? "Arrivati a questo punto, mi sembra ragionevole eliminare il certificato verde di base e accettare che anche sul luogo di lavoro vada solo chi è vaccinato completamente. Il Super Green Pass deve diventare l'unico strumento", dice lo scienziato, che non vede invece di buon occhio l'obbligo vaccinale Covid per tutti: "Trovo che quello dell'obbligo vaccinale sia solo uno slogan. Non è possibile controllare tutti gli oltre 4 milioni attuali di non vaccinati, andarli a scovare e obbligarli alla somministrazione. Come si fa? E una volta trovati, come li si sanziona? Non è possibile".

Per quali categorie è obbligatorio il vaccino

Alcune categorie hanno già dovuto necessariamente vaccinarsi entro il 15 dicembre per poter continuare a lavorare: il personale amministrativo della sanità, i docenti e personale amministrativo della scuola, i militari, le forze di polizia, compresa la polizia penitenziaria, il personale del soccorso pubblico.

L'obbligo di vaccinazione è partito il 15 dicembre, ma per verificare quanti poliziotti o insegnanti non vaccinati saranno effettivamente lasciati a casa bisognerà aspettare il nuovo anno. Perché la normativa prevede un periodo di tolleranza per consentire a chi vuole di mettersi in regola. I lavoratori che, a un primo controllo, non risulteranno vaccinati, verranno invitati dalla propria amministrazione di riferimento a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione dell'avviso, una documentazione che eviti loro la sospensione dal servizio: il certificato di avvenuta vaccinazione o di recente guarigione o, ancora, che attesti l'esenzione.

Oppure la prenotazione della vaccinazione da effettuare entro altre due settimane. L'invito in questione sarà rivolto pure a chi sia momentaneamente "assente dal servizio, anche per legittimi motivi", specifica la circolare del Viminale, quindi mettersi in malattia o in aspettativa non serve. In attesa di consegnare la documentazione, però, l'interessato potrà continuare a lavorare presentando il proprio Green Pass base, dunque con un tampone negativo. E potrà fare lo stesso nelle settimane che separeranno l'eventuale comunicazione della prenotazione del vaccino dalla data di somministrazione. 

Fonte: Today.it

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