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Coronavirus

Studio dell'Università di Brescia: smog aumenta contagiosità e letalità del coronavirus

"L'esposizione a PM, fattori meteorologici e diverse variabili socioeconomiche e di comunità possono contribuire all’incidenza e mortalità di Covid-19"

Secondo uno studio dell’Università di Brescia, ci sarebbe una correlazione tra smog e maggiore diffusione del coronavirus. Per i ricercatori l'esposizione alle polveri sottoli "è significativamente associata all’incidenza di Covid-19 e all’eccesso di mortalità durante la prima ondata che colpito la Lombardia". Lo studio – pubblicato sulla rivista Environmental Research con il titolo COVID-19 incidence and mortality in Lombardy, Italy: an ecological study on the role of air pollution, meteorological factors, demographic and socioeconomic variables – porta le firme di Stefano Renzetti, Marialuisa Volta, Elena De Angelis, Francesco Donato, Donatella Placidi, Roberto Lucchini (docente anche alla Florida International University) e Stefano Calza (professore anche alla Karolinska Institutet di Stoccolma).

I ricercatori hanno effettuato un'analisi statistica incentrata su differenti variabili socioeconomiche, demografiche e di inquinamento ambientale (Pm10, Pm2,5 e NO2), mettendole in correlazione con l’incidenza di Covid-19 nel periodo che va dal 20 febbraio al 16 aprile 2020 e l’eccesso di mortalità dal 1° marzo al 30 aprile. Le zone prese in considerazione riguardano non solo Brescia, ma anche Bergamo, Lodi e Cremona (l'epicentro della 'mattanza' della prima ondata).

Si legge nello studio: "Abbiamo trovato che un aumento di 10 µg/m3 di concentrazioni di Pm2.5 e Pm10 sono associate con una crescita del 58% e del 34% nell’incidenza di Covid-19". Dunque sarebbe "biologicamente plausibile" che il particolato non solo possa aumentare la possibilità di contagiarsi, ma persino aumentare la letalità del coronavirus; anche perché lo smog porta a infezioni del tratto respiratorio, a infiammazioni croniche e all'indebolimento del sistema immunitario: tutti fattori che "rendono le persone più suscettibili all’infezione" del Covid-19.

Ancora c'è molto da approfondire riguardo a questa correlazione, già ipotizzata fin da marzo 2020. Lo studio dell'Università di Brescia, pur presentando dei limiti, è comunque un primo passo per cercare di far luce su quanto avvenuto durante la prima, terrible ondata: "Il nostro studio suggerisce che l’esposizione a PM, fattori meteorologici e diverse variabili socioeconomiche e di comunità possono contribuire all’incidenza e mortalità di Covid-19 – scrivono infine i ricercatori -. Gli interventi di salute pubblica per migliorare l’inquinamento atmosferico possono contribuire a ridurre il fardello globale delle malattie correlate e possibilmente di casi gravi di Covid, specialmente in aree altamente inquinate come la Lombardia, secondo le linee guida della qualità dell’aria dell’OMS".

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