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Venerdì, 29 Marzo 2024
Coronavirus

Omicron 5, qual è lo strano sintomo notturno che pochi conoscono

Tra i nuovi sintomi del Covid ce n'è uno piuttosto diffuso

Come tutti i Paesi del continente anche l’Italia è alle prese con una ondata di casi guidata dalle varianti di Omicron BA.4 e BA.5, destinate a diventare dominanti in Europa entro la fine di luglio. Secondo l’ultima indagine condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, al 5 luglio scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.5 predominante (75,5%), seguita da BA 4 (13,2%), BA.2 (10,3%) e BA.1 (0,6%). Dopo due anni di pandemia è ormai evidente che il Covid-19 muta rapidamente e può colpire in diversi modi, a seconda del sesso, dell’età e della presenza di pregresse patologie. Ma non solo, la comparsa di sempre nuove varianti ha fatto sì che i sintomi, ma anche l’aggressività e la contagiosità del virus si evolvessero. Se prima il virus si mostrava altamente contagioso lì dove le persone non avevano mai incontrato la malattia, né effettuato vaccinazioni, ora il suo vantaggio sta nella capacità di evadere la risposta immunitaria, e reinfettare chi è guarito dalla malattia. “La così rapida diffusione di BA.4 e BA.5 - ha, infatti, spiegato l’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) nel suo ultimo aggiornamento epidemiologico sul Covid - è probabilmente dovuto alla capacità di eludere la protezione immunitaria indotta da una precedente infezione e/o vaccinazione, in particolare se l’immunità è diminuita nel tempo”. “Se sei stato infettato da Ba.1, dunque, rischi di reinfettarti con la BA.4 e BA.5”, ha detto il dottor Anthony Fauci, il massimo esperto di malattie infettive degli Stati Uniti.

Ma a quanto pare, a caratterizzare la variante dominante in questa ennesima ondata di contagi è anche un nuovo sintomo, piuttosto comune tra i più recenti pazienti Covid, che si aggiunge a quelli tipici delle “sorelle” di Omicron, quali mal di gola, naso chiuso o che cola, starnuti frequenti e mal di testa. Si tratta di una sudorazione notturna molto intensa che può portare a bagnare gli indumenti e la biancheria da letto, rendendo difficile dormire. A portarlo all’attenzione è stato Luke O’Neill del Trinity College di Dublino, professore di biochimica al Trinity College di Dublino, in una recente intervista rilasciata a una radio irlandese.

La sudorazione notturna è una caratteristica di Omicron 5

Tra i sintomi che sono stati riscontrati di recente nei soggetti colpiti dal Covid c’è un’intensa e accentuata sudorazione notturna che tende a presentarsi non solo nel periodo di infezione attiva, ma che persiste anche per diverse settimane dopo la guarigione. “La malattia è leggermente diversa perché il virus è cambiato”, ha detto O’Neill. “C’è una certa immunità – ovviamente con i linfociti T e così via – e quel mix di sistema immunitario e virus leggermente diversi potrebbe dare origine a una malattia leggermente diversa, stranamente i sudori notturni sono una caratteristica. Ma, cosa molto importante, se sei vaccinato e sei hai fatto il booster, non progredisce in una malattia grave. Questo è il messaggio da continuare a ricordare alle persone”.

Omicron e i disturbi del sonno

A confermare questo sintomo segnalato da migliaia di pazienti nel mondo anche il dottor Amir Khan, medico del Servizio sanitario nazionale del Regno Unito ed esperto in virologia e microbiologia. “Occorre prestare attenzione alla sudorazione notturna come segno per sottoporsi ad un tampone molecolare. La comparsa di sintomi come l’intenso sudore prodotto durante le ore di sonno potrebbe essere un fattore riconducibile alla presenza del virus all’interno del nostro organismo”. Presenza che a volte sfugge al tampone. “Potrebbe infatti essere il Covid ad avere un impatto sulla regolazione del sonno nel nostro cervello, dato che - ha continuato Khan - sono stati segnalati effetti neurologici da parte di diversi istituti che si stanno occupando di studiare la sintomatologia più frequente tra i casi positivi”.

C’è poi chi mette in guardia dalla possibilità di interpretare questo sintomo in maniera fallace e giungere a facili conclusioni, come la dottoressa Kat Lederle, esperta in terapia del sonno dell’Università di Guildford, nel sud dell’Inghilterra. “È vero - ha dichiarato Lederle -, abbiamo riscontrato una tendenza frequente di disturbi notturni tra i casi più recenti di persone risultate positive. Tutto lascia pensare che siano sintomi riconducibili alla variante Omicron, ma non possiamo darlo per certo. C’è bisogno di un riscontro a lungo termine che per ora non abbiamo”.

Gli altri sintomi di Omicron 5

Non ci sono, dunque, ancora dati ufficiali su quanto sia diffuso il sintomo della sudorazione notturna nei pazienti Covid, ma gli esperti dicono che è un sintomo da non sottovalutare perché potrebbe indicare la presenza dell’infezione. Secondo gli ultimi dati dello Zoe Covid Symptom Study, basato sui sintomi auto-riferiti tramite app, i sintomi registrati più frequentemente (oltre il 60% delle segnalazioni) sono naso che cola (66%), mal di gola (65%), mal di testa (64%), tosse persistente (67%), affaticamento (62%). Meno frequenti, invece, sono voce rauca (44%), dolori articolari e muscolari (35%), febbre (31%), brividi (30%). Altri sintomi che in precedenza erano molto frequenti - come perdita dell'olfatto, mancanza di respiro e febbre - sono ora riportati meno comunemente, classificandosi in fondo alla lista dei sintomi più comuni, rispettivamente al 6°, 29° e 8°.

A farsi strada nel mondo la nuova variante “Centaurus”

Mentre Omicron 4 e 5 corrono veloci in tutto il mondo, a farsi strada ora è anche la nuova variante indiana, la BA.2.75, ribattezzata dai social “Centaurus”, che, dopo i primi casi segnalati a maggio in India, si è già diffusa nel Regno Unito, in Giappone, negli Stati Uniti, in Australia, in Germania, in Canada, in Nuova Zelanda, in Nepal e in Indonesia. Stando alle prime evidenze, pare che questo ceppo sia ancora più contagioso e più elusivo rispetto all’immunità acquisita con vaccinazione o l’infezione. Ma non ci sono evidenze che possa causare forme gravi della malattia. Secondo alcune previsioni arriverà anche in Italia a settembre, una volta superato il picco di Omicron 5.

(Fonte: Today)

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