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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Covid-19, la seconda ondata di contagi "sarà una prosecuzione della prima"

È il pensiero di Andreoni, direttore di Malattie infettive a Tor Vergata: "Il virus non ha smesso di circolare e continuerà a farlo".

Mentre in molte zone d'Italia non si registrano contagi da giorni, in Lombardia continuano ad emergere nuovi casi: certo in misura di gran lunga inferiore ai mesi scorsi. Le terapie intensive degli ospedali si stanno svuotando, ma ciò non significa che il Coronavirus sia sparito. Anzi: "Il virus non ha smesso di circolare e continuerà a farlo", ha spiegato Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive alla Tor Vergata di Roma in un'intervista al quotidiano Repubblica.

L'infettivologo ritiene quindi probabile una seconda ondata, che per fortuna non sarebbe devastante come la prima. "Non avrà certamente le dimensioni della prima e comunque sarà diversa da come ci aspettiamo. Si tratterà probabilmente di un continuum, la prosecuzione di quella che abbiamo attraversato."

Per Andreoni il virus "mette ancora paura, lo dimostra il focolaio del San Raffaele di Roma. Noi in questo momento in ospedale stiamo intubando il quarto paziente arrivato da quella struttura". "Abbiamo imparato a controllare bene il virus e capito che per interrompere la sua trasmissione bisogna isolare i casi e usare mascherina e distanziamento", spiega ancora. "Ora quando c'è un nuovo focolaio si attuano subito le misure che bloccano l`ulteriore diffusione dell'epidemia. Nella prima fase invece spesso ci si muoveva in ritardo. E in più il virus stava già circolando quando sono stati scoperti i primi casi in Lombardia", aggiunge.

Non restano che due armi per difendersi: utilizzare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale. Su questi punti gli esperti sono tutti concordi. Mentre sull'eventualità di un ritorno prepotente del virus gli scienziati sono divisi. Per il premio Nobel Bruce Beutler, non ci sarebbe più da preoccuparsi: ritiene  infatti poco probabile una seconda ondata. Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, è di parere opposto.

I casi di Coronavirus nel mondo hanno superato gli otto milioni, mentre le vittime sono quasi 437mila. E' quanto emerge dall'ultimo calcolo fatto dalla Johns Hopkins University, secondo cui i contagi sono 8.034.461: il Paese con più casi al mondo sono gli Stati Uniti, con 2.114.026 contagi, seguiti dal Brasile (888.271) e dalla Russia (536.484). Quanto alle vittime, in tutto il mondo sono 436.899: anche in questo caso gli Stati Uniti guidano la classifica con 116.127 decessi, seguiti dal Brasile (43.959) e dal Regno Unito (41.821).

Fonte: Today.it
 

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