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Venerdì, 29 Marzo 2024
Coronavirus

Coronavirus e seconda ondata: l'incubo di marzo si può evitare?

Gli esperti non predicono catastrofi ma specificano che a fare la differenza, ancora una volta, saranno i comportamenti individuali. I contagi salgono, ma è anche cresciuta la capacità di far fronte alla pandemia

I numeri sono, di nuovo, impietosi. I contagi risalgono in tutt’Italia e la Lombardia continua ad essere la Regione in cui si registra il maggior numero di casi. Dei 1210 nuovi positivi registrati nella giornata di domenica 23 agosto, 239 risiedono in Lombardia e 46 nel Bresciano. Livelli di crescita che ricalcano quelli di giugno, ben lontani da quelli fine luglio e inizio agosto.

Dati che preoccupano, ma che non necessariamente segnalano l’arrivo di una seconda pericolosissima nuova ondata. Lo dicono gli esperti e lo suggerisce anche un’analisi più dettagliata dei numeri. La situazione sul fronte ospedaliero è ben lontana da quella vissuta lo scorso marzo: il numero delle persone ricoverate è decisamente più basso (971 in tutt’italia, di cui 148 in Lombardia), così come quello dei malati in terapia intensiva (69 a livello nazionale, 14 nella nostra regione). Ed è aumentato anche il numero delle persone sottoposte a test e tamponi.

"Non è detto che arriverà la seconda ondata"

Anche gli esperti, almeno per ora, non predicono catastrofi. Non è detto che la seconda ondata arriverà e comunque oggi siamo molto più preparati a gestire una recrudescenza dell’epidemia. È chiaro, però, che il comportamento di ciascun cittadino farà la differenza e gli appelli ad usare le mascherine, a mantenere le distanze, e ad evitare assembramenti si moltiplicano. Per Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma, i numeri “ci dicono grande attenzione, grande alert, ma non ci dicono che siamo in una tragedia e soprattutto non ci dicono che siamo nella seconda fase. La seconda fase non è ineluttabile".   

"Un politico - ha raccontato Vaia - ci disse che era meglio fare le elezioni a inizio settembre perché alcuni miei colleghi dicevano che a fine settembre ci sarebbe stata la seconda ondata. Ma che facciamo noi, i meteorologi? Io sono stato il primo a rivolgermi ai ragazzi dicendo che nessuno vuole chiudere ma che devono stare attenti, e che se volete bene ai vostri genitori e ai vostri nonni dovete rispettare le regole. Questo è l'atteggiamento, non la criminalizzazione". Insomma, non c’è nessuna certezza ed è azzardata qualsiasi previsione.

"Niente panico, ma buon senso"

Attenzione, quindi, ma niente allarmismi. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano "abbiamo superato la soglia psicologica del 1000 nuovi contagi ma questo non deve creare panico. Stiamo controllando di più e in questo modo evitiamo che positivi asintomatici vadano in giro ad infettare inconsapevolmente. Le terapie intensive non sono intasate e ci sono, per fortuna, pochissimi decessi". Pregliasco sottolinea che "siamo, purtroppo, in linea con la situazione epidemiologica di altri Paesi vicini", ma "dobbiamo continuare ad essere ottimisti e ricordare sempre come oggi più che mai occorre avere buon senso e tenere la barra dritta sul rispetto delle misure e dei comportamenti che ci garantiscono la nostra sicurezza".

Anche per  Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità, la seconda ondata si può evitare. A patto di volerlo. "Non è detto che arrivi e comunque possiamo mitigarla" ha detto al Corriere della Sera. "Ora abbiamo molti strumenti e la conoscenza che mancava da inizio epidemia".

Non è detto comunque che i contagi dei giorni scorsi porteranno dritti alla seconda ondata. Per Guerra non andrà necessariamente così. "Stiamo assistendo a due fenomeni che potrebbero non essere legati. L'aumento dei soggetti positivi - ha spiegato - è dovuto alla capacità di fare una diagnosi migliore e al maggiore uso di tamponi, oltre ovviamente all'incontestabile aumento dei contagi. Ma la possibilità che questa situazione si traduca in casi clinicamente gravi, cioè malati che hanno bisogno di cure, è un discorso diverso, collegato anche a quanto gli anziani e le persone fragili si proteggono individualmente e all'interno delle residenze sanitarie, se ricoverati".

Secondo Guerra, "l'aumento dei contagi era previsto, quello dei pazienti gravi si può invece prevenire perché abbiamo imparato a farlo, purtroppo dopo aver attraversato un'esperienza dolorosa". 

L'appello di Speranza

Buona parte dei nuovi contagi riguarda cittadini di rientro dall’estero e di età inferiore ai 50 anni. A loro si è rivolto - dalle pagine di Repubblica, il ministro della Salute Roberto Speranza: “Dateci una mano a tenere sotto controllo i contagi per tutelare genitori e nonni quando tornate dalle vacanze: non esagerate".  Speranza ha poi rinnovato l’invito a scaricare l’app Immuni, "che va rilanciata, perché siamo a 5 milioni di dispositivi scaricati e devono aumentare in quanto ha una sua utilità".

Quanto ai dati sui contagi, anche il ministro si è detto cautamente ottimista: "la situazione non è paragonabile a quella di marzo quando avevamo una curva di contagi fuori controllo e non avevamo un apparato pronto a tracciare e isolare i casi". "Il nostro Servizio sanitario nazionale si è  molto rafforzato", ha aggiunto il ministro, spiegando che "in Italia avevamo cinquemila posti in terapia intensiva, ora sono raddoppiati".

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