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Coronavirus

Covid, 300 sanitari ricorrono al Tar di Brescia contro l'obbligo vaccinale

Roberto Burioni: "Irrecuperabili. Perché non cambiamo lavoro? Sarebbe meglio per tutti"

Operatori sanitari, medici e farmacisti di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova: in totale sono 300, ed hanno depositato un ricorso ufficiale contro l'obbligo della vaccinazione e l'eventuale conseguente sospensione dal lavoro (e dello stipendio). L’udienza si terrà il 14 luglio. 

A presentare il ricorso è stato l'avvocato di coloro che non vogliono sottoporsi al vaccino, Daniele Granara, che è intervenuto sulle colonne del Giornale di Brescia dove è riportata la notizia: "Non è una battaglia no vax, ma una battaglia democratica. Qui si obbliga una persona a correre un rischio altrimenti gli viene impedito di svolgere la professione". 

"L'Italia - si legge nel ricorso - è l'unico Paese dell'Unione Europea a prevedere l'obbligatorietà per determinate categorie di soggetti della vaccinazione per la prevenzione della Sars-CoV-2". Sul caso è intervenuto, all'Adnkronos Salute, Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: "Ai colleghi e agli operatori sanitari che hanno avviato un ricorso contro l'obbligo vaccinale al Tar di Brescia, ricordo che la Corte Costituzionale afferma che non si tratta di un obbligo, ma di un requisito per esercitare la professione sanitaria. Ovviamente, nel momento in cui il requisito è vaccinarsi, i professionisti devono decidere: se vogliono fare i medici si devono vaccinare". Anche Roberto Burioni non ha mancato di commentare la notizia: "Irrecuperabili. Perché non cambiamo lavoro? Sarebbe meglio per tutti". 

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