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Coronavirus Pontevico

Prete no-vax in terapia intensiva, in paese tamponi per tutti: li paga la parrocchia

Tamponi a tappeto ai parrocchiani che hanno assistito alle messe

Tiene banco a Pontevico la vicenda di don Massimo Caprioli, il parroco di 59 anni ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva per un'infezione da coronavirus: non si era vaccinato per scelta, e pare avesse più volte espresso posizioni di stampo no-vax. Ma, peggio ancora, sembra abbia officiato messe e confessioni nonostante già portasse con sé i primi sintomi della malattia.

Per questo motivo l'Unità pastorale di Pontevico, in accordo con l'Ats, ha pubblicato un avviso in cui si invitano i parrocchiani ad effettuare i tamponi, per verificare l'eventuale “spread” del virus in paese (per la cronaca, fu quello dove si registrò il primo contagio Covid in provincia, nel febbraio di un anno fa).

Tamponi rimborsati per i parrocchiani

Nello specifico, l'invito è rivolto solo alle persone “che hanno partecipato alle messe celebrate da don Massimo Caprioli: il 7 novembre ore 9.15 a Chiesuola, alle 10.30 a Bettegno, l'8 novembre ore 15 al cimitero, o a chi in quei due giorni si è confessato da lui”: è a loro che viene richiesto di fare un tampone rapido o molecolare (quest'ultimo con prenotazione del proprio medico) “come verifica per eventuali contagi”. E sarà la stessa parrocchia a rimborsare il costo dei tamponi, come deciso da monsignor Federico Pellegrini, l'abate responsabile della parrocchia dei santi Tommaso e Andrea. 
 

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