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Brescia, Presidente dell'Ordine dei Medici: "Coronavirus, il picco previsto tra 8 giorni"

Parla Ottavio Di Stefano, Presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia: "Anche io ho paura. Per miei figli, per i miei cari, per le persone che amo"

"Ci mancano otto giorni. I matematici ci dicono che siamo partiti otto giorni dopo la Cina con le misure restrittive e guardiamo, minuto per minuto, con apprensione, la curva dei nuovi casi. Ieri per la prima volta la curva si è piegata verso il basso, ma oggi si è di nuovo impennata. Prudenza, prudenza e un po' di speranza": a dirlo è Ottavio Di Stefano, Presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia.

Secondo Di Stefano, già primario della Medicina Generale all'ospedale di Montichiari, stare a casa è l’unica 'medicina', che, al momento, funziona contro la pandemia in corso: "Anche io ho paura. Per miei figli, per i miei cari, per le persone che amo. Per me. Dovrei cercare di tranquillizzare - aggiunge ancora -, ma questa è la verità e la quotidianità di qualche giorno fa ci sembra, ora, bellissima. Approfittiamo di questa paura collettiva e trasformiamola in allerta, in attenzione, in cautele verso gli altri e noi stessi e stiamo a casa". 

In un lungo post pubblicato sulla pagina Facebook dell'Ordine Medici Brescia, Di Stefano affronta poi la questione dei numerosi operatori sanitari contagiati: "2.000 medici si sono infettati, si sono ammalati, qualcuno lotta con il tubo, qualcuno non ce l’ha fatta. E vanno aggiunti gli infermieri, gli operatori tecnico-assistenziali, quelli del 118 e tanti altri. Mi sono imposto di non fare polemiche. Di rinviare le analisi critiche al 'dopo-morbo'. Ed infatti questo è un appello: senza dispostivi di protezione individuali non possiamo lavorare, non possiamo prenderci cura di chi a noi si affida".

L'unica soluzione, per uscire da questa situazione, sembra essere quella di cambiare l’organizzazione per soccorrere i malati. Sono infatti in arrivo nuove indicazioni comportamentali della ATS di Brescia. Spiega ancora Di Stefano: "Dovremo accettare, in determinate, particolari e condivise condizioni, di avere una relazione non de visu con i pazienti. Rischiamo di diventare, se non adeguatamente protetti, noi stessi diffusori o super diffusori: dobbiamo abituarci a termini nuovi come triage e monitoraggio telefonico per individuare quei maledetti segni di allarme dell’andamento clinico di Covid 19. E, inoltre, razionalizzare l'accesso agli ambulatori, rinviando perfino alcuni controlli sui malati cronici"

Con questa terribile pandemia sono diventati eroi i medici, gli infermieri: "Ma tutti quelli che vanno a lavorare la mattina o la notte o la domenica o a Pasqua - spiega Di Stefano - hanno sempre fatto così e nessuno li credeva eccezionali. È il nostro lavoro. Ma in questi giorni quando si inizia a lavorare, in corsia o in ambulatorio, non sappiamo se, oggi o domani, porteremo il virus a casa".

"Eroi? Ebbene penso al mio amico, che conosco da sempre, che dopo pochi giorni di pensione è tornato in ospedale e la sera mi racconta la sua giornata quasi con gioia - conclude il Presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia -. No. Non è gioia, ma semplice e serena consapevolezza di aver fatto il proprio lavoro, il proprio dovere. Non è un eroe, è uno che fa il dottore come ha sempre fatto".

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