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Natale 2020, in arrivo nuove restrizioni anti-Covid: i tre possibili scenari

Le misure restrittive verrano inasprite, ormai questa pare essere la linea del governo. Ma su quanto e come il dibattito è aperto e acceso e, intanto, c'è chi si organizza prenotando interi casolari per festeggiare il capodanno con amici e parenti

Il Covid è tutt'altro che sconfitto e continua a circolare su tutto il territorio nazionale. Su questo politici ed esperti sono concordi, ma sulle misure da adottare per evitare di ricadere nel baratro dopo le festività  il dibattito è più che mai vivace. Le scene dei centri storici presi d'assalto nel weekend appena trascorso fanno propendere l'esecutivo per un'ulteriore stretta, come allarmano pure le tante strategie architettate per aggirare i divieti, ma c'è preoccupazione sull'eventuale reazione degli italiani a una nuova drastica riduzione delle libertà personali. 

Conte: "Stretta necessaria, dobbiamo scongiurare terza ondata"

"Si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane" ha detto il premier Conte nell'intervista rilasciata a La Stampa.  "Abbiamo chiesto agli italiani, nei festeggiamenti in casa, di evitare di ricevere persone abitualmente non conviventi. Ovviamente queste sono regole non vincolanti, perché non possiamo dettare i comportamenti nelle case private. Ma sono comunque essenziali, per tutelare la salute di tutti. E quando leggo di persone che si stanno adoperando per organizzare feste clandestine a Capodanno, beh, questo fa male. Chi partecipa a questi veglioni proibiti mette a rischio se stesso, i propri cari, i propri amici e tutte le persone a cui dice di volere bene. Per questo ripeto agli italiani: non lo fate, ve ne prego", ha concluso. Il quotidiano Repubblica scrive infatti che il governo sa che in molti — appartenenti a nuclei familiari diversi — hanno prenotato interi casali e agriturismi tra il 31 dicembre e il 2 gennaio, in modo da aggirare il blocco di Capodanno

Ed entro le prossime 48 ore il governo deciderà sulla nuova stretta nazionale nei giorni festivi e prefestivi. Tante le ipotesi: la prima, che ricalca le scelte della cancelliera tedesca Angela Merkel, è quella un lockdown di fatto dalla vigilia di Natale 2020 a Santo Stefano e poi da San Silvestro a Capodanno, solo con i servizi essenziali aperti. La seconda sarebbe quella di una creazione di una sorta di grande zona arancione, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. Con il coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20 e lo stop agli spostamenti già dal 19 dicembre. Attraverso un nuovo Dpcm, che andrà accompagnato da un decreto legge sulla limitazione delle libertà personali o da un emendamento al DL 2 dicembre n. 158. Ci sarà quindi un'altra maratona legislativa dopo quella dell'inizio del mese. Intanto gli esperti non sembrano avere dubbi: stringere ora è la scelta giusta. Ma c'è anche chi si oppone. 

Tre scenari

Tre dunque gli senari possibili:

  • l'Italia in zona rossa con un lockdown di fatto da Natale a Capodanno (o addirittura fino all'Epifania): chiusure di tutti gli esercizi tranne quelli essenziali, riduzione ulteriore della possibilità di circolazione, coprifuoco anticipato;
  • l'Italia in zona arancione con un lockdown soft che prevede negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi;
  • una zona arancione rinforzata con chiusura dei negozi, dei bar e dei ristoranti nei festivi e nei prefestivi e regole meno rigide negli altri giorni.

In un documento presentato al governo per giustificare la necessità di una nuova stretta, il Comitato Tecnico Scientifico sollecita norme più rigide per fermare gli assembramenti con le regole delle zone rosse nelle date del 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio. Il compromesso che potrebbe raggiungere l'esecutivo è quello di prevedere una zona arancione nazionale dal 20 dicembre al 6 gennaio e una zona rossa nei festivi e nei prefestivi. Bloccando così cenoni e veglioni. 

"Se stringiamo troppo, inneschiamo proteste sociali"

Ma la zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede tutti d'accordo nel governo e nella maggioranza. In primis il premier, che teme tensioni e proteste: "Quei Paesi finora non avevano adottato misure restrittive, invece noi sì e molte Regioni hanno subito forti stress. In più, ci troviamo con i cittadini che hanno aspettative per il Natale. Se stringiamo troppo, inneschiamo proteste sociali. Temo per la tenuta psicologica del Paese. Senza contare che se chiudiamo, servirà un altro decreto molto oneroso con nuovi ristori", ha detto Conte.

E infatti da sciogliere c'è anche il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico. Ma i rigoristi sembrano avere la meglio in questa fase: "Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale - dice il ministro della Salute Roberto Speranza -, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriori misure per scongiurare un'ipotetica terza ondata". "Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività", gli fa eco il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. "In Italia la curva dei contagi è in fase calante, mentre in Germania sta salendo".

Mentre sembrano essere  confermate le deroghe alla circolazione tra i comuni più piccoli che pure dovrebbero far parte del nuovo provvedimento. Ancora nulla però si sa sui criteri che verrano adottati per consideri nei a Natale, Santo Stefano e Capodanno di spostarsi da un comune all'altro.  

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