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Lombardia in zona rossa per sbaglio, Fontana: "Indignato, errore del governo"

Il ministro Speranza ha firmato l'ordinanza per il passaggio della nostra regione in zona arancione da domenica 24 gennaio. Ma continua lo scambio di accuse tra governo e regione. Secondo Confcommercio sono stati persi 600 milioni di euro.

Non accennano a placarsi le polemiche e le accuse reciproche tra Governo e Regione Lombardia. Al centro dell'infuocato botta e risposta, che dura ormai da giorni, l'inserimento - dovuto ad un errore di calcolo - della nostra regione in zona rossa, la scorsa settimana. Una 'svista' che è costata 600 milioni di euro - secondo Confcommercio Lombardia - agli esercenti che hanno dovuto tenere chiuse le loro attività per sette giorni.

Da oggi, domenica 24 gennaio, la Lombardia è tornata arancione (il ministro Speranza ha firmato l'ordinanza), ma la buona notizia non basta ai commercianti, come ai cittadini. Resta infatti da capire cosa sia andato storto e di chi siano le responsabilità. Migliaia di persone, nei giorni scorsi, erano state contate dal Pirellone come positive mentre non lo erano. Un errore - spiega l'Istituto superiore di sanità - causato dalla mancata specifica dei sintomi da parte dei tecnici regionali.

Il governatore Attilio Fontana continua a parlare di "false notizie" e attacca (ancora) Roma. La giunta dà infatti un'altra versione. "Sono veramente indignato da quello che sto leggendo sui giornali e delle false notizie che sono offensive, prima di tutto nei confronti della Lombardia e delle persone che lavorano per la Lombardia. Si sta dando una rappresentazione non veritiera dei fatti", ha detto Attilio Fontana sabato pomeriggio dopo aver indetto una conferenza stampa insieme all'assessora al Welfare Letizia Moratti.

Fontana:"Noi non abbiamo mai sbagliato i dati"

"Se siamo tornati in zona arancione - ha aggiunto - lo si deve al fatto che noi abbiamo contestato i conteggi del Governo. Ricordo che ancora prima della firma dell'Ordinanza del ministro Speranza avevo già iniziato a contestare i calcoli per l'inaccettabile discrasia sia sull'incidenza che sull'occupazione delle Terapie Intensive. Aspetto che è stato contestato anche in Conferenza delle Regioni". Con queste premesse, il presidente Fontana ha confermato che la Lombardia non rinuncerà al ricorso al Tar. "Certamente - ha spiegato - salterà l'udienza di lunedì prossimo che era sulla sospensione dell'ordinanza del ministro Speranza del 16 gennaio che è già stata sospesa dallo stesso ministro, ma andremo avanti perché la verità dei fatti sia acclarata anche a livello giudiziario. Per questo impugneremo anche il verbale della Cabina di regia, del Cts e l'Ordinanza di oggi del ministro Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati". 

Fontana ha quindi ripercorso le tappe che hanno portato a questo punto. "Chiesi al ministro Speranza - ha proseguito - di capire le motivazioni di questa discrasia. Subito dopo il vicepresidente Moratti aveva chiesto la sospensione dell'Ordinanza per 48 ore, non abbiamo mai ricevuto risposta. Da qua il nostro ricorso al Tar per capire le motivazioni". Subito dopo la presentazione del ricorso è iniziato il confronto fra tecnici della DG welfare e il ministero della sanità. "A un certo punto - ha continuato Fontana - tutti si sono resi conto che qualcosa non funzionava all'interno dell'algoritmo. A questo punto fu l'Istituto Superiore di Sanità a chiedere di valorizzare alcuni dati, su loro richiesta". "Noi - ha precisato - non abbiamo mai sbagliato a dare i dati, non abbiamo mai rettificato. Abbiamo risposto alla loro richiesta per capire se con questa implementazione si potesse arrivare a ricostruzione più veritiera".

Il Pd: "Basta scaricabarile, Fontana si dimetta"

Il Pd, dall'altra parte, rifiuta le giustificazioni. E mette la lente sulle tante incongruenze del conteggio in Regione. "La giunta lombarda conteggiava i guariti tra i positivi, alzando così l’RT. Più di una settimana fa lo avevamo denunciato con i nostri sindaci. Il cruscotto, cioè il Sistema di biosorveglianza per monitorare l’andamento territoriale dell’epidemia e le quarantene dei residenti, era in tilt. A Segrate ieri il sistema riportava 504 segratesi positivi, oggi 102, a Cesano Boscone si è passati da 1400 a 72 in tre giorni, a Buccinasco in 24 ore da 244 a 64. Questo dimostra che i nostri dubbi erano fondati e che i sindaci avevano ragione", sottolinea Silvia Roggiani, segretaria metropolitana dei Democratici. 

"Adesso basta, la misura è colma. Basta con le menzogne, questa giunta deve ammettete di aver fallito e non continuare con questo indecente scaricabarile. Dopo i macroscopici errori sui vaccini antinfluenzali e anti-Covid e adesso con i dati, non è pensabile affrontare la fase delicata e complessa che ci attende con questa maggioranza, chiediamo a Fontana di dimettersi", conclude.

La rabbia dei negozianti

Nel frattempo i commercianti che sono stati chiusi 'per errore' proprio durante la seconda settimana dei saldi invernali chiedono di essere risarciti del grave danno subito, oltre che ristorati. Secondo le stime di Confcommercio Lombardia sono infatti andati in fumo ben 600 milioni di euro. E c'è pure chi annuncia una class action.

Dopo la conferma sui gravi errori" che "hanno bloccato la Regione Lombardia, locomotiva d'Italia, nella zona rossa, le associazioni di commercianti ed imprenditori hanno deciso di proporre una class action contro i responsabili per i danni subiti." Lo scrive in una nota l'avvocato Francesco Borasi che, con il collega Angelo Leone, ha già raccolto le adesioni per la maxi causa di tre associazioni e alcuni commercianti.

"Ci siamo attivati per chiedere i documenti alla Regione - spiega Borasi - ai fini della richiesta di risarcimento" dovuto al presunto errore di calcolo dell'indice Rt."

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