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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Riaperture e divieti 18 maggio: le differenze tra la Lombardia e il resto d'Italia

Cosa si può fare (e cosa no) in Lombardia rispetto al resto d'Italia: breve guida alle differenze tra le diverse regioni a partire dal 18 maggio

Lunedì 18 maggio 2020: dopo oltre due mesi anche la Lombardia prova a ripartire. E' questa la Fase 2 della Fase 2: possono già riaprire bar e ristoranti, parrucchieri ed estetiste, numerose attività commerciali, i musei, perfino le funzioni religiose in chiesa. Tutto, ovviamente, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria prevista dal Dpcm del 17 maggio, tra cui l'inevitabile distanziamento sociale (l'unica forma efficace di contrasto al diffondersi del Coronavirus): a queste si aggiungono però le ulteriori prescrizioni contenute nella successiva ordinanza regionale.

Nello specifico, l'ordinanza regionale numero 547 del 17 maggio prevede anche l'apertura allo svolgimento delle attività di addestramento di cani e cavalli in zone e aree attrezzate, oltre alla ripresa delle esperienze formative di tirocinio anche in presenza, esclusivamente negli ambiti di lavoro dove non sussistono le restrizioni all'esercizio dell'attività.

Differenze tra Lombardia e altre regioni

Ma quali sono le differenze tra le prescrizioni lombarde e quelle previste a livello nazionale? La prima (e più importante) riguarda la mascherina: in Lombardia continua ad essere obbligatorio “indossare mascherine o qualsiasi altro indumento a protezione di naso e bocca, anche all'aperto, tranne nel caso di intense attività motorie o sportive”. La norma nazionale prevede invece che la mascherina sia indossata solo nei luoghi chiusi.

In Lombardia diventa obbligatorio il monitoraggio della temperatura corporea dei dipendenti da parte del datore di lavoro, così come il monitoraggio della temperatura per i clienti dei ristoranti. In Italia palestre, piscine, centri e circoli sportivi potranno riaprire dal 25 maggio: non è così in Lombardia, dove palestre e piscine riapriranno solo dal 31 maggio prossimo.

Una settimana di prova, poi si vedrà

“In un quadro di equilibrio tra necessità della vita economica e tutela della salute – spiega il presidente Attilio Fontana – avremo regole più severe rispetto ad altre regioni. Manteniamo alta la guardia: alla fine di questa settimana sperimentale valuteremo con i nostri tecnici i risultati raggiunti insieme. E' indispensabile, anche in questa delicata fase di ripresa, mantenere tutti quei comportamenti virtuosi che ci hanno consentito, pur avendo affrontato uno tsunami, di far tornare nella media nazionale gli indici di diffusione del contagio”.

Ad oggi la Lombardia è ancora (inevitabilmente) la regione più colpita, anche per quanto riguarda i nuovi contagi: 326 i nuovi casi lombardi, 349 i nuovi casi nel resto d'Italia, con 69 decessi tra sabato e domenica (il 47,58% dei 145 decessi italiani per Coronavirus). Non è la Lombardia l'unica regione ad aver inasprito le prescrizioni del Governo: anche in Veneto mascherine obbligatorie anche all'aperto, in Campania i ristoranti apriranno il 21, in Piemonte il 23.

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