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Covid, ospedali a rischio collasso: quando è previsto il peggio della seconda ondata

Dagli ospedali raccontano di una situazione al limite. Voza (Humanitas): "Così non reggiamo neanche una settimana". Anelli (Omceo) chiede un lockdown della durata di un mese e avverte: "Il peggio arriverà tra Natale e inizio 2021"

La nuova ondata di coronavirus non sembra rallentare la sua corsa: l’ultimo bollettino coronavirus del Ministero della Salute conferma il preoccupante trend di costante aumento del numero dei nuovi casi di positività. Sono 35.098 i contagi accertati nelle ultime 24 ore, quasi 11mila in Lombardia e purtroppo 580 i morti. E incombe lo spettro di un nuovo lockdown nazionale: stando alle ultime indiscrezioni il giorno decisivo è il 15 novembre.

Un’ipotesi non così remota e invocata a gran voce da chi è in prima linea a fronteggiare l’emergenza. Nella maggior parte degli ospedali la situazione è gravissima: molte strutture lombarde - soprattutto milanesi e brianzole - non sanno per quanto potranno reggere una pressione che non accenna a diminuire.

"Non reggiamo nemmeno una settimana"

Antonio Voza,  responsabile del pronto soccorso e della Medicina d’urgenza dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, spiega al Corriere della Sera che se il flusso di accessi non si abbasserà a breve, "non reggiamo nemmeno una settimana. Siamo in grossissima difficoltà". I pazienti, spiega il medico 47enne, specializzato in malattie dell’apparato respiratorio, restano anche 48 ore in attesa di un posto letto: "Avremmo bisogno di una grossa mano dalle strutture del territorio a più bassa intensità, ma la rete fatica ormai a distribuire i pazienti".

All’Humanitas in queste ore sono ricoverati 545 pazienti in totale: "260 letti, quasi la metà, sono occupati da pazienti Covid, di cui 24 in terapia intensiva" dice Voza. Gestire "130-140 accessi al giorno, di cui circa 50 per problemi respiratori" è una sfida ai limiti dell'impossibile. Una differenza rispetto a marzo c’è: “Chi arriva in pronto soccorso è leggermente meno compromesso: in primavera più della metà andava in terapia intensiva".

Anelli: "Il servizio sanitario nazionale non può farcela"

Anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri si dice "preoccupato e spaventato" nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera: "Se continua così il Servizio sanitario nazionale non può farcela. Ogni posto letto dedicato al Covid viene tolto ai malati con altre patologie, volgarmente chiamate ordinari. Altro che ordinari. Hanno tumori del pancreas, ictus, gravi cardiopatie".

Insomma il rischio che si arriva al collasso, dal punto di vista ospedaliero, non è affatto basso.  Ecco perché anche Anelli invoca un lockdown totale in Italia: "Gli italiani non hanno capito che finire in zona gialla, dove le misure di mitigazione sono meno strette che nelle arancioni e rosse, non equivale a poter fare il comodo proprio".

E poi aggiunge: "Il peggio deve ancora venire". Quando? Secondo Anelli. "Fra Natale e l’inizio del 2021 i casi di influenza si sommeranno a quelli di Covid e i pronto soccorso saranno pieni di persone con gli stessi sintomi e la paura di aver preso il coronavirus”.

La soluzione? Un nuovo blocco totale generalizzato: solo così, secondo Anelli, in un paio di settimane si potrebbe raggiungere il picco della seconda ondata "e comincerebbe la discesa con il progressivo decongestiona mento degli ospedali".

Fonte: Today.it

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