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Coronavirus e rischio lockdown generale: è in arrivo il Natale più triste?

Basterà del Dpcm 24 ottobre a fermare l'impennata dei contagi? La situazione, sopratutto a Milano, al momento sembra fuoco controllo

Tra gli osservati speciali per la pandemia di Coronvirus c'è anche la Lombardia (come sempre), su tutti la città di Milano, dove la curva dei contagi è ormai fuori controllo da più di una settimana, per stessa ammissione dell'Ats. Così comunicava il 19 ottobre:  "Non riusciamo a tracciare tutti i contagi. Chi sospetta un contatto a rischio stia a casa". Intanto i nuovi positivi e i ricoveri sono continuati ad aumentare in modo esponenziale.

Il Dpcm 24 ottobre con la didattica a distanza per le scuole superiori e la chiusura dei locali pubblici alle 18 basterà ora a fermare l'epidemia di coronavirus Sars-CoV-2, nella nostra regione e non solo? Il bollettino della Protezione Civile di ieri riportava 17mila nuovi casi e 141 morti in tutta Italia, ma il timore è che i numeri dei prossimi giorni costringano il governo e le regioni a cambiare i propri piani e a varare lockdown territoriali e zone rosse per fermare il contagio. 

Il pericolo lockdown e zone rosse in arrivo

A ipotizzare ieri lockdown mirati in alcune realtà è stato Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute: "L'insieme delle misure sono un passo avanti - ha spiegato - ma non sono sufficienti per affrontare la circolazione del virus in questo momento. Le misure vanno prese in maniere proporzionata alla circolazione del virus e in alcune aree del nostro Paese in questo momento il virus dilaga incontrollato", ha detto a Omnibus prendendosi in risposta le critiche di chi nel governo vuole invece troncare, sopire, sopire, troncare per evitare i danni economici del panico. Ma un retroscena di Repubblica svela oggi che i timori di Ricciardi sono arrivati fino ai piani alti del ministero:

Lo sa bene Speranza, che consulta numeri preoccupanti. Il ministro, che dovrebbe firmare a breve un patto con i medici di base per consentire in alcune circostanze i tamponi negli studi medici, sa bene che la curva è destinata a peggiorare. Va così in tutta Europa, visto che anche la Francia si prepara a ricalcare le misure italiane entro pochi giorni.

Tutti, a Palazzo Chigi, attendono i dati che arriveranno tra mercoledì e domenica, esaurito l’effetto al ribasso del week-end, e l’inevitabile aumento dei decessi, che allarma il premier. E quindi, cosa fare? Prima di dieci giorni non si vedranno gli effetti dell’ultimo dpcm. Intanto, il governo è deciso a muoversi come in occasione del penultimo decreto: favorire nuovi interventi locali e soltanto dopo, se necessario, dare il via a una nuova stretta nazionale.

In particolare sotto la lente ci sono - oltre a Milano - Napoli, Roma e Genova, che nei prossimi giorni potrebbero subire ulteriori restrizioni negli orari e nella didattica scolastica. E il pericolo dietro l'angolo sono le zone rosse per intere città o per alcuni quartieri. In attesa del blocco dei movimenti tra regioni che costituirebbe l'ultimo passo prima del lockdown nazionale.

Il pericolo lockdown a Natale

In questa ottica i retroscena di questi giorni dipingono un Giuseppe Conte deciso a varare il Dpcm 24 ottobre dopo un colloquio con Silvio Brusaferro dell'Istituto Superiore di Sanità che spiegava il "quadro di estrema sofferenza, soprattutto in alcune Regioni" che richiedeva, spiega oggi il Corriere della Sera, iniziative stringenti e tempestive "per invertire la curva dei contagi e scongiurare il rischio di trovarsi di fronte all’inevitabilità di un lockdown» a ridosso del Natale". Per questo, ha spiegato il premier oggi in una lettera al Fatto Quotidiano, si è deciso di chiudere ai cittadini i luoghi che avrebbero costituito una tentazione alla mobilità come bar, pub e ristoranti.

"Se le misure attuali non funzioneranno dopo una valutazione strettamente scientifica si può pensare a lockdown nazionali di due o tre settimane come già sono stati adottati in Repubblica Ceca, Israele e Irlanda. Così se calano i casi, il sistema test-tracciamento-quarantena può ripartire più efficientemente": avverte Emanuele Capobianco, direttore della Federazione internazionale della Croce Rossa. Insomma, con i numeri attuali, sembra di essere solo all'inizio. Sperando che possano bastare le nuove misure, i sacrifici e il senso di responsabilità degli italiani.

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