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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus Leno

Coronavirus, in paese è emergenza: 149 positivi e quattro morti in tre giorni

L'appello della sindaca Cristina Tedaldi: Mettete la mascherina e state a casa. A Leno quattro morti Covid in soli tre giorni

Anche a Leno l'emergenza sanitaria si sente, eccome: al 17 marzo sono 149 gli attualmente positivi, con 50 nuovi casi negli ultimi sette giorni, in lieve calo rispetto ai 54 dei sette giorni precedenti. Dall'inizio della pandemia sono 812 i casi totali e 40 i decessi. In tal senso, la sindaca Cristina Tedaldi in un videomessaggio ricorda come “sia questo il numero più doloroso e difficile da raccontare: soprattutto adesso, che abbiamo avuto quattro decessi in tre giorni”.

“Sono numeri in linea con quelli del resto della provincia – continua Tedaldi – ma che ci devono far riflettere, anche sull'obbligo di osservare rigidamente tutte le norme. Già la scorsa settimana avevo firmato ordinanze per la chiusura dei parchi, per il divieto assoluto di consumare bevande e alimenti sul luogo pubblico, oltre che il divieto di assembrarsi in numero superiore a 4 persone. Le norme della zona rossa sono ancora più stringenti: è possibile uscire di casa solo per lavoro, necessità (come la spesa o la farmacia) e per motivi di salute”.

"Vedo ancora troppa gente senza mascherina"

La sindaca fa anche un breve excursus sulle norme in vigore: il divieto di sostare in luogo pubblico in numero superiore a 2 persone; l'obbligo di mascherina; il divieto assoluto di fare visita a parenti e amici; la possibilità di svolgere attività motoria solo in modo individuale. “E' quasi imbarazzante – incalza Tedaldi – ricordare dell'obbligo di mascherina dopo un anno: ma vedo ancora persone che camminano con la mascherina abbassata sotto il mento”.

Poi ci sono i ragazzi: “Si trovano il pomeriggio o la sera, anche a casa di amici. Non si può fare. Per questo faccio un nuovo appello ai genitori: so che è difficile tenere i ragazzi a casa, ma è indispensabile. La zona rossa è un dolore per tutti, ma oggi è di questo che abbiamo bisogno. Lo dobbiamo a tutte le persone ammalate e che lottano in un reparto di ospedale, a tutti i defunti, ai medici e al personale sanitario”. 

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