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Giovedì, 28 Marzo 2024
Coronavirus

Emergenza Covid, ipotesi zona rossa fino a Pasqua: tutti i dettagli

Si inizia a parlare di una stretta di tre settimane per abbassare la curva dei contagi, ma non sono escluse anche misure meno drastiche, come un coprifuoco anticipato alle 19 su tutto il territorio nazionale

"Il 10 marzo di un anno fa l'Italia si chiudeva diventando, per la prima volta, una grande zona rossa. Un nostro concittadino su venti è stato contagiato, secondo i dati ufficiali che, come è noto, sottostimano la diffusione del virus. Mai avremmo pensato che un anno dopo ci saremmo trovati a fronteggiare un'emergenza analoga e che il conto ufficiale delle vittime si sarebbe avvicinato alla terribile soglia dei centomila morti. Dobbiamo al rispetto della memoria dei tanti cittadini che hanno perso la vita il dovere del nostro impegno".

Questo uno dei passaggi più importanti del videomessaggio del premier Mario Draghi, realizzato per la web conference Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere. Parole che non fanno pensare a nulla di buono, con l'analogia tra l'attuale marzo e quello del 2020. Se si guardasse alla sola provincia di Brescia, con le terapie ormai sature e i malati trasferiti negli altri ospedali della regione, non sarebbe poi del tutto fuori luogo. Per fortuna tante zone del resto d'Italia si trovano in una situazione migliore e, rispetto alla scorso anno, c'è l'arma del vaccino nonostante la campagna stia proseguendo a rilento, soprattutto a causa della scarsità di dosi a disposizione.

Da qualche ora sui giornali si parla con insistenza di una nuova ipotesi al vaglio del governo: quella di istituire una "super zona rossa" nazionale (o quasi) di tre settimane per abbassare la curva dei contagi e al contempo cambiare marcia sui vaccini immunizzando quante più persone possibili. Si tratterebbe a tutti gli effetti di un nuovo lockdown, ma di durata limitata. L’obiettivo è quello di aggredire il virus su due fronti: da una parte aumentando le restrizioni potremmo riportare i dati epidemiologici sotto controllo rendendo più efficace il tracciamento dei contatti; dall’altro, con il progredire della campagna vaccinale, aumenterebbero le persone che non sviluppano i sintomi del Covid-19. E che dunque, alla riapertura delle attività, non necessiterebbero di assistenza.

Super zona rossa per abbassare i contagi

Dalla super zona rossa potrebbero essere escluse solo le regioni con tassi di contagio da zona bianca. Per ora, sia chiaro, parliamo di ipotesi. Certo è che l’idea di istituire una "zona rossa" nazionale non è più un tabù. E del resto, con i dati epiemiologici in costante peggioramento, non poteva essere altrimenti. Se dovesse essere necessario una nuova stretta per vaccinare più in fretta, ragionano fonti di governo, "siamo pronti". Anche di questo, scrive oggi "Repubblica", si discuterà nella riunione straordinaria che si terrà tra i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, il capo del Cts Agostino Miozzo e il commissario per l'emergenza, Giuseppe Figliuolo. Anche Salvini non sembra del tutto contrario. Un nuovo lockdown? "Se è per una mega operazione di messa in salute e in sicurezza perché no" ha detto oggi il leader della Lega parlando con i giornalisti. "Ma chiudere adesso senza i vaccini temo che non serva a niente e a nessuno". 

Le nuove (ed eventuali) restrizioni dovrebbero dunque permettere di abbattere la curva epidemiologica e fare un decisivo passo in avanti nella campagna di vaccinazione. Del resto i vaccini stanno arrivando: entro la fine di marzo saranno (o dovrebbero essere) consegnate circa 9 milioni di dosi, mentre altri 45 milioni verranno inviati alle Regioni nel secondo trimestre dell’anno. Si tratta di 15 milioni di dosi al mese, una quantità di vaccini che, a patto di saperli distribuire, ci permetterebbe di fare il tanto atteso cambio di passo e mettere in sicurezza almeno gli over 70 nel giro di qualche settimana.

Ipotesi zona rossa fino a Pasqua

L’ipotesi di un nuovo lockdown è caldeggiata, tra gli altri, da Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza, che ieri su “Avvenire” ha spiegato che l'Italia si avvia ad essere "travolta" dalla recrudescenza dei contagi.  "Avevamo avvertito e non siamo stati ascoltati, e ora l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica, resa più impetuosa dalla contagiosità delle varianti virali e dalla irresponsabile arrendevolezza di molti decisori politici, a livello sia nazionale sia locale, che anziché anticipare il virus basando le decisioni sull’evidenza scientifica lo inseguono sulla base di fallaci opinioni o di pressioni di lobby di diversa tipologia", afferma, prima di stigmatizzare valutazioni e giudizi in tema di vaccini forniti da soggetti incompetenti. "Naturalmente, molti di loro avrebbero saputo negoziare molto meglio della più brava negoziatrice dell’Unione Europea e avrebbero acquistato o prodotto milioni di dosi in pochi giorni per vaccinare tutti gli italiani".

Che Ricciardi sia favorevole ad una nuova stretta non sorprende. Come non sorprende che il ministro Speranza, da sempre tra i più "rigoristi", sia favorevole all’adozione di nuove misure per piegare la curva dei contagi e dei ricoveri. Ma non è affatto detto che a spuntarla saranno proprio i più rigoristi. Tra le ipotesi che il governo sta studiando per evitare il peggio ci sono anche misure meno drastiche, come ad esempio quella di una zona arancione rafforzata su tutto il territorio nazionale della durata di un mese, o l'idea di anticipare il coprifuoco alle 19 o alle 20. Un’altra possibilità di cui si parla sui giornali è quella di una zona rossa nazionale ma valida solo nei fine settimana.

Sul tavolo dunque ci sono almeno 4 ipotesi:

  • "Super zona rossa nazionale" di tre settimane
  • Zona arancione rafforzata nazionale per un mese;
  • Zona rossa solo nel weekend;
  • Coprifuoco anticipato alle 19 o alle 20 su tutto il territorio nazionale.

Brescia già da zona rossa

I dati che giungono dalla provincia di Brescia non sono incoraggianti. Domenica sono stati registrati 1.228 positivi su 4.397 nuovi casi regionai. Ad allarmare anche la situazione delle strutture sanitarie dove, a domenica, risultano ricoverate tra le 1.100 e le 1.200 persone (un quinto di tutta la regione). Uno sguardo alla settimana trascorsa mette in evidenza una media di 1.048 nuovi casi al giorno, in crescita del 2,9% sui sette giorni e del 6,7% sulla settimana precedente. In meno di un mese i contagi si sono quasi triplicati. Con questi numeri Brescia si attesta al secondo posto in Italia, dopo Bologna, per incidenza di casi: 580 ogni 100mila abitanti. Un triste record che la avvicina sempre più alla zona rossa anche se, al momento, non sono state fornite comunicazioni a riguardo da parte del Governo o della Regione.

Lombardia: ospedali in emergenza

In tutta la Lombardia, sulla base dei dati Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) la percentuale di posti letto di terapia intensiva già occupati è del 40%, quelli in area non critica del 44%.

Per questo motivo la direzione generale Welfare (come già a novembre) ha ufficializzato nuovamente il livello 4 di emergenza, a partire da lunedì 8 marzo, circostanza che prevede una rapida implementazione di posti letto per malati Covid (con riconversioni sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva) con la contestuale riduzione dei ricoveri non urgenti.

Ovvero, si legge in una nota, gli ospedali (anche e soprattutto bresciani) dovranno garantire solo gli interventi urgenti e quelli oncologici, rimandando i cosiddetti “ricoveri ordinari”, quindi quelli non programmati. L'incubo coronavirus non è ancora finito: un anno dopo, siamo ancora in emergenza.

Fonte: Today.it

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