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Tanta, troppa gente sulle piste: e nessuno controlla il Green Pass nei rifugi

Succede in Valcamonica, sulle piste del Presena e del Tonale

Tanta, troppa gente sulle piste della Valcamonica, nei bar e nei ristoranti: e complice la bolgia, nessun controllo del Green Pass, il certificato verde che da norma sarebbe necessario per accedere anche gli impianti. Lo scrive il Corriere della Sera di domenica 5 dicembre, il giorno dell'apertura del Tonale (il Presena ha già aperto da un po') e alla vigilia del via libera del “super” Green Pass, in vigore dal 6 dicembre per l'accesso all'interno di bar, ristoranti, cinema e stadi.

Super Green Pass e controlli

Intanto in valle è atteso il tutto esaurito già per il ponte dell'Immacolata. Zona bianca, tutto aperto, e se i contagi sono in rialzo non c'è stato un effetto domino sugli ospedali e sui decessi (e tutto questo solo grazie ai vaccini). Proprio per questo, perché tutto è aperto, viene però richiesto maggior rigore sui controlli, e l'indicazione è arrivata anche dalla Prefettura di Brescia (anche sulle mascherine all'aperto, e in tal senso sono già più di 30 i Comuni bresciani che hanno firmato apposite ordinanze).

Ma in montagna che succede? “Nessuno, in cassa o all'ingresso, controlla il Green Pass – scrive il Corriere –. In rifugi diversi e sugli impianti di risalita i certificati verdi sono rimasti nelle tasche dei giacconi o salvati sul telefono. I gestori assicurano che, quando era aperto solo il Presena, sono state controllate 800 persone al giorno. Ora che è accessibile quasi tutto il Tonale, però, seguire i protocolli è difficile, per non dire impossibile”.

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