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Coronavirus Soiano del Lago

Taglio, piega e colore senza Green Pass? Parrucchiere paga il tampone ai suoi clienti

L’iniziativa di un salone di Soiano del Lago: ha stipulato una convenzione con la farmacia del paese

Le porte del suo salone sono da sempre aperte a chiunque e tali rimarranno. Perché Marco Andrè Leal De Sousa non vuole discriminare nessuno e ha trovato una scorciatoia – legale – per offrire tagli, pieghe e colore anche a chi non è in possesso del Green Pass. Da giovedì scorso, per accedere ad alcuni servizi alla persona – come appunto parrucchieri, barbieri ed esistiti – è infatti obbligatorio essere in possesso del certificato verde base, che si ottiene con la vaccinazione, la guarigione da Covid o con l’esito negativo di un tampone.

L'iniziativa

Il giovane hair stylist non si è fatto trovare impreparato e ha escogitato, a tempo debito, una strategia per permettere a tutta la clientela di continuare a frequentare il "Marco Andrè hair studio" di Soiano del Lago. Come? Offrendo il tampone gratuito a chiunque prenoti un appuntamento.

“Al momento della prenotazione chiediamo ai clienti se sono provvisti del certificato – spiega – e se non lo hanno proponiamo di prendere l'appuntamento per il tampone rapido, che può essere fatto nelle 48 ore precedenti, presso la Nostra Farmacia di Soiano, con la quale abbiamo avviato una collaborazione. Il test sarà totalmente a nostro carico e non ci sarà alcun sovrapprezzo sui servizi effettuati in negozio.”

"Non voglio chiudere la porta in faccia a nessuno"

Non è un’iniziativa 'No Vax', ci tiene a precisare il titolare del salone di via San Carlo. “Io sono assolutamente a favore dei vaccini, ma non tollero le discriminazioni: non ho mai attaccato nessun cartello con la scritta ‘io non posso entrare’ alla porta del mio negozio e non voglio certo cominciare ora, in un periodo così difficile e complicato, in cui si respira tanta cattiveria. Non voglio chiudere la porta in faccia a nessuno, al contrario voglio cercare di essere il più vicino possibile a tutte le persone, soprattutto a quelle più fragili. Quasi il 90% della mia clientela è vaccinata, ma un buon 10% dovrebbe fare il tampone solo per accedere alla mia attività: non ha alcun senso.”

Lotta al lavoro nero

Un mix tra generosità e strategia imprenditoriale: “È sciocco imporre il Green pass per accedere ai saloni di bellezza, perché si rischia di agevolare il lavoro nero, una piaga che combatto da anni  - spiega il 32enne -. Da quando è entrato in vigore l’obbligo, molte persone chiamano parrucchieri ed estetisti e chiedono di ricevere a domicilio i trattamenti che prima facevano in salone. Anche diverse nostre clienti hanno avanzato questa richiesta, così ho cercato di trovare una soluzione che rispetti tutte le normative vigenti e non lasci nessuno fuori dalla porta.”

Applausi e successo non sono mancati. Da quando – lo scorso giovedì – ha lanciato l’iniziativa sui canali social, il telefono del salone che gestisce da otto anni non ha quasi mai smesso di suonare. Dall’altro capo del filo potenziali nuove clienti residenti in ogni angolo della provincia, ma anche tanti colleghi che chiedono informazioni per ‘copiare’ lo stratagemma: soldi e inclusività, potrebbe essere la réclame del paradiso.

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