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Coronavirus

Fase 2, le quattro semplici regole affinché "vada tutto bene"

Ad elencarle è Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria

Finora nulla è andato bene. Soprattutto in Lombardia dove le parole d’ordine (definite dell’Oms) per gestire e contenere l’epidemia di Coronavirus non sono di fatto state seguite. Testare e tracciare, avrebbero dovuto essere gli imperativi in tempo d’emergenza e soprattutto le linee guida per la Fase 2. Ma ormai è lampante: uno screening serio nella nostra regione non è mai stato fatto e per essere sottoposti a test sierologici e tamponi i cittadini e (le aziende) devono mettere mano al portafoglio.

Con il virus dobbiamo però conviverci ed è quindi necessario proteggersi. In vista dell’imminente riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri e negozi d’estetica e l’Inail ha dettato le regole in lunghi e dettagliati documenti. 

Ma nella babele di norme e consigli che hanno accompagnato l'inizio della Fase 2 c'è chi cerca di fare chiarezza. "Le prossime aperture della fase 2 vanno declinate all'insegna della semplicità senza complicare troppo la vita ai cittadini. Affinché vada tutto bene occorre seguire quattro semplici regole: distanziamento sociale a 2 metri, se non possibile mascherina chirurgica, poi sempre l'igiene delle mani e i guanti non servono". A dirlo all'Adnkronos Salute è Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria.

Cautela e pazienza sono le parole d'ordine, ma a 11 giorni dall'inizio della fase 2 si intravedono spiragli importanti secondo Bassetti: "I dati dei primi 11 giorni di  riapertura del Paese ci dicono che un aumento dei casi non si è visto. La curva dei contagi è in discesa ovunque, salvo qualche rara e  piccola eccezione. Conta il fatto che il numero dei ricoveri è  drasticamente calato: un mese fa erano 4.000 persone in terapia  intensiva, oggi meno di 900. La situazione è buona e in qualche modo è forse l'indicatore più importante".

“Dal punto di vista scientifico - assicura Bassetti - i numeri dei nuovi ricoveri sono incoraggianti, poi siamo anche diventati più bravi nella gestione e siamo attrezzati anche per un eventuale aumento dei casi se dovesse esserci la necessità. Insomma - conclude - siamo più preparati e pronti".
 

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