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Un nuovo Dpcm il 3 dicembre: quali saranno le regole per il Natale

Il governo Conte programma un nuovo decreto ministeriale che entro il 3 dicembre regolerà chiusure ed aperture. Le raccomandazioni per il cenone e Capodanno e per lo shopping sul tavolo, mentre gli spostamenti tra regioni rimarranno in parte interdetti. Ma la prossima settimana sarà decisiva per l'epidemia

Un Dpcm entro il 3 dicembre per salvare il Natale? "La mia testa non è concentrata su quello che succederà tra un mese e mezzo, ma su quello che accadrà alla fine della prossima settimana. È su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre, con o senza i nonni o i parenti di primo grado": il ministro della Salute Roberto Speranza è categorico nell'intervista che rilascia oggi a La Stampa dopo l'ordinanza che dal 15 novembre ha dichiarato zona rossa la Campania e la Toscana e zona arancione Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche. Ciò detto, è vero che il governo progetta un decreto ministeriale con le regole per le festività. Ma prima bisognerà vedere i numeri. 

Un nuovo Dpcm con le regole per il Natale

E il tempo stringe. Il 3 dicembre scadrà l'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) e per quella data dovranno arrivare le regole per salvare il Natale. Come? Con un progressivo allentamento delle misure come il coprifuoco e una serie di regole e raccomandazioni per le feste in arrivo. L'agenzia di stampa Ansa ne enumera qualcuna: 

  • lo shopping per gli acquisti di Natale sarà sicuramente contingentato come sta già avvenendo in questi giorni specialmente in alcune grandi città e nel weekend, anche nelle zone gialle a rischio moderato;
  • per il cenone in casa ci saranno raccomandazioni e non divieti virtualmente inapplicabili: plausibile che non si possa essere più di sei a tavola, quindi solo conviventi e parenti stretti; 
  • potrebbe essere portato a sei anche il numero di commensali nei ristoranti delle zone gialle;
  • gli spostamenti saranno interdetti nelle zone rosse e limitati in quelle arancioni, anche tra regioni sarà sempre consentito il ritorno alla residenza o al domicilio, ma non si prevede un esodo dal nord al sud paragonabile a quello di marzo scorso;
  • il coprifuoco fissato alle 22 in tutta Italia potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte la sera del 24 dicembre e magari un po' più in avanti a Capodanno.

Tutto questo basterà? O si rischia così di favorire una terza ondata che sarà difficile poi da fronteggiare tra gennaio e febbraio 2021? Il Mattino conferma oggi che tra le ipotesi in campo dalle parti di Palazzo Chigi c'è l'idea di far slittare il coprifuoco di qualche ora e addirittura cancellarlo nei giorni di festa. Ma pronostica anche l'arrivo di due provvedimenti: uno che regoli le chiusure e le riaperture sino a ridosso del Natale, e che sia in grado di far rialzare un po’ la testa agli esercizi commerciali che hanno dovuto chiudere o ridurre l’attività, e uno successivo in grado di permettere alle famiglie di festeggiare il Natale seppur con più raccomandazioni che divieti. E così lo shopping sarà permesso già dal 4 dicembre non solo nelle zone gialle, ma gli orari saranno contingentati per fasce d'età. Nei ristoranti resterà l'obbligo di non essere più di sei a tavola, che però diventerà una raccomandazione per le feste private. Insieme al suggerimento di concedere il cenone soltanto ai parenti di primo grado. 

Quando finirà l'epidemia di coronavirus? Il sorriso dei numeri

La prossima settimana decisiva per l'epidemia

Quella che inizia oggi è quindi una settimana decisiva per l'epidemia di coronavirus in Italia dopo che per giorni i numeri hanno raccontato un rallentamento della crescita che però deve essere ancora confermato. Qualche elemento di ottimismo c'è, anche se i contagi rimangono alti, le terapie intensive restano sottoposte a una pressione crescente, le vittime aumentano. Il bollettino della Protezione Civile ieri riportava 33.979 nuovi casi e 546 morti mentre sono 3.422 i ricoverati in terapia intensiva. "Ma se guardiamo ai numeri, ci accorgiamo che i nuovi casi di coronavirus registrati nello scorso weekend sono gli stessi di quest’ultimo sabato e domenica", ribatte Speranza oggi rilevando i primi segnali di stabilizzazione della curva: "i prossimi sette-dieci giorni saranno decisivi, e ci diranno se la divisione del Paese in tre zone, e il meccanismo sostanzialmente automatico delle restrizioni regione per regione, sta dando i frutti che tutti speriamo".

Secondo il ministro anche i numeri delle terapie intensive rivelano una stabilizzazione: "Abbiamo fondate ragioni per ritenere che siamo arrivati al cosiddetto “plateau”, che equivale poi a un indice Rt uguale a 1. Vuol dire che per ogni nuovo contagiato che entra in intensiva un altro ne esce. Il nostro auspicio è che nella settimana ancora successiva, grazie alle ultime ordinanze sull’allargamento della zona rossa, l’indice possa scendere sotto 1. A quel punto i pazienti che escono saranno più di quelli che entrano, e il sistema torna ad essere perfettamente sostenibile". E la prima giornata di vaccinazione arriverà tra la terza e la quarta settimana di gennaio, sostiene ancora Speranza. 

Per questo, aggiunge il ministro, è attualmente inutile ragionare attorno alla possibilità di festeggiare il Natale con i propri cari a seconda delle forme e del grado di parentela: cosa accadrà tra quaranta giorni è troppo lontano, bisogna concentrarsi sulla prossima settimana: ovvero "Su come saranno andati, lunedì prossimo, la curva dei contagi, le terapie intensive, l’indice Rt, le altre aree mediche al di fuori del Covid. È su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre, con o senza i nonni o i parenti di primo grado". Per questo intanto l'Abruzzo sta per diventare zona rossa e la Basilicata ha deciso di chiudere tutte le scuole: perché essere duri oggi può portare a essere liberi domani.

E sono i numeri, o meglio alcuni di essi a dirlo. Se le terapie intensive si sono stabilizzate, il numero dei ricoveri è tornato a crescere ieri mentre la curva dei decessi, sostiene sempre La Stampa, arriverà a un picco soltanto attorno al 10 dicembre. L'ultimo rapporto della Fondazione Gimbe dice che undici regioni hanno soperato la soglia dei ricoverati: tra queste il Piemonte, la Lombardia e la provincia di Bolzano. Ma anche la Campania ha superato il limite di letti destinati ai pazienti più gravi, mentre Puglia e Sardegna sono a un passo. 

Fonte: Today.it

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