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Giovedì, 28 Marzo 2024
Coronavirus

Coronavirus, nuovo decreto: cosa attendersi tra Rem, bonus e stop alle tasse

Da Palazzo Chigi spuntano le prime indiscrezioni che indicano come il "decreto aprile" sarà molto più corposo del Cura Italia e potrebbe arrivare a valere fino a 70 miliardi di euro

Coronavirus, nuovo decreto: cosa attendersi tra Rem, bonus e stop alle tasse

Il nuovo decreto coronavirus non sarà sul tavolo del consiglio dei ministri fissato per lunedì prossimo, ma da Palazzo Chigi spuntano le prime indiscrezioni che indicano come il "decreto aprile" sarà molto più corposo del Cura Italia a cui dovrà dare seguito e potrebbe arrivare a valere fino a 70 miliardi di euro.

Con queste risorse l'esecutivo dovrà:

  • prorogare il bonus per gli autonomi, che dovrebbe passare da 600 a 800 euro;
  • rifinanziare la cassa integrazione;
  • stabilire concretamente le risorse per le garanzie del decreto Liquidità;
  • contenere anche gli indennizzi a fondo perduto per le imprese, una sorta di bonus proporzionale alle perdite registrate durante il lockdown sulla falsariga del modello francese (aiuti diretti tra i 1.500 e i 6.500 euro a seconda dei casi) e quello tedesco (da 9mila a 14mila euro in base alla dimensione dell'impresa).
  • prorograre il credito d'imposta sugli affitti di negozi e botteghe per i mesi di aprile e maggio, da estendere a hotel, ristoranti e capannoni delle imprese
  • Allo studio anche un reddito di emergenza per gli italiani per ora rimasti senza alcuna tutela.
  • Nel pacchetto 'Cura Comuni' è prevista la possibilità di ritardare il pagamento dell'Imu e della Tasi senza incorrere in more e sanzioni in presenza di comprovate difficoltà finanziarie.

Salvo accelerazioni nel weekend, il provvedimento non sarà approvato lunedì quando invece è previsto il disco verde alla relazione sul nuovo scostamento di bilancio, dopo quello di 20 miliardi chiesto per il decreto di marzo. Una maggiore spesa pubblica che andrà poi autorizzata dal Senato, mercoledì, e dalla Camera, venerdì.

Settimana prossima potrebbe arrivare anche il Documento di Economia e Finanza (in origine previsto per oggi) con le nuove stime su crescita e conti alla luce dell'impatto dell'emergenza coronavirus.

Lo scostamente di bilancio per finanziare gli aiuti porterà ad un aggravio del disavanzo nei conti pubblici che equivarrebbe ad un deficit-pil oltre il 7% o più. La possibilità di ricorrere ai circa 11 miliardi di fondi europei del budget 2014-2020 non ancora spesi potrebbe ridurre l'onere, anche per questo è importante guardare agli aiuti europei e alla possibilità di sbloccare le attese e necessarie linee di credito.

Sfumati ormai gli Eurobond resta sul piatto del prossimo Consiglio europeo la possibilità di attivare il recovery found, da finanziare con obbligazioni garantite da tutti i paesi comunitari, e le discusse linee di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità, il noto Mes, 34 miliardi di euro a cui l'Italia potrebbe attingere senza condizionalità troppo restrittive.

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Quanto alle riaperture dopo la fine dell'emergenza fonti di Palazzo Chigi precisano che le eventuali dati apparse nelle ultime ore "costituiscono ipotesi prive di fondamento". "In questo momento il governo, coadiuvato dal comitato tecnico scientifico e dalla task force di esperti, sta lavorando per la fase due".

Una lista delle attività è stata stilata dalla task force del Governo dividendo i settori produttivi in vari colori che vanno dal verde (rischio basso) fino al rosso (rischio alto) e che valutano anche il livello di aggregazione sociale che comportano.

I primi settori a ripartire, tra quelli a rischio medio basso, secondo quanto si apprende, potrebbero essere quello della moda, i cantieri edili, i mobilifici, l'automotive.


 

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